Oliver - Standing Stone

Il gioiello ritrovato del folk-blues anni 70

In un'era nella quale visibilità e successo sono gli unici metri di valutazione di un artista e in un momento storico in cui spesso a essere premiata è la banalità e nel migliore dei casi la mediocrità, la storia di Oliver Chaplin è quasi un racconto fantastico, un monito che proviene dal passato aureo della musica rock e che per molti versi ci ricorda il perché di tanta vitalità, creatività e genuinità di quegli anni.
Oliver nasce nel 1950 in Inghilterra, trascorrendo la propria gioventù nella rustica cornice di campagna nel Suffolk, insieme alla sorella Claire e ai tre fratelli, Giles, Chris e Simon. Ed è proprio al seguito dei fratelli che Oliver muove i primi passi nel mondo della musica. I quattro ragazzi Chaplin si esibiscono sotto il nome prima di Rebels poi di Avengers; quando Chris trova lavoro presso la Bbc di Londra, Oliver e Giles si dedicano alla realizzazione di uno studio dove poter coltivare e sviluppare le proprie composizioni, soventemente pervase dal sacro fuoco dell'improvvisazione.

 

oliver3I primi anni 70 sono anni di completa rivoluzione semantica della musica pop e rock. I fratelli Chaplin vivono questo vibrante flusso di idee con uno spirito avventuroso ed è in questo frangente che il ruolo di Chris come ingegnere del suono per la Bbc offre nuove prospettive a Oliver, sempre più deciso a lasciar traccia in quegli anni di grande vigore creativo.
Nel 1974 i sogni di Oliver diventano realtà dando forma e sostanza a un esordio che gode di una serie di elementi peculiari, che il recente recupero discografico, avvenuto grazie alla tenacia del blogger Jack Cucci, ha reso finalmente pubblico.
Syd Barrett, Captain Beefheart, Jimi Hendrix e Roy Harper sono i punti di riferimento di "Standing Stone", un disco ricco di visionarie ballate folk-rock-blues ("Freezing Cold Like An Ice"), stranianti folk-rock in chiave lisergica ("Royal Flush") e ballate malate e oblique che rispolverano la magia del miglior folk inglese dei primi anni 70 (lo schizzo stile Roy Harper di "Off On A Trek" e la splendida tavolozza di colori e sfumature psych-folk dell'agreste "Orbit Your Factory").

Registrato in piena autonomia, l'album mette in luce l'abilità di Oliver nell'improvvisare e sperimentare. Non solo il musicista usa la voce come ulteriore strumento, ma apre le porte a suoni naturali – uccelli, rane, api – e a curiosi inserti di rumori ambientali e artificiali – squilli di telefono, martelli – e nello stesso tempo getta uno sguardo all'evoluzione tecnologica e all'elettronica, che, pur non presente nella strumentazione, è avvertibile nel lavoro di rifinitura e post-produzione ad opera del fratello Chris ("Tok Tic"). Viene naturale affermare che "Standing Stone" anticipa le moderne gioie del DIY e dei field recording.
Sono tante le perle di questo disco ritrovato: il rockabilly trainato dal suono di una fuzz guitar di "Trance", il trasgressivo acid-folk di "Cat And The Rat", l'estatico strumentale à-la Mike Oldfield di "Flowers On A Hill", ma ad onor del vero, ognuno dei 17 brani meriterebbe una profonda disamina, a partire dalla trasfigurazione blues-psych dello stile fingerpicking in "Telephone", fino allo sconclusionato folk-blues di "Primrose" - ma lascio al lettore la scoperta di un disco prezioso sia dal punto di vista musicale che collezionistico (dai 3000 euro in su).
Mai pubblicato ufficialmente, distribuito solo ad amici e conoscenti e pur trasmesso dal sempre solerte John Peel alla radio, l'album resta uno dei tesori nascosti della musica folk-blues inglese. Oliver sceglie una vita dedita alla tranquillità della campagna, rinunciando perfino all'opportunità di una pubblicazione sotto l'egida della Virgin.

Pietra su pietra arriva un album di inediti

 

oliver2_02Dopo il surreale recupero di "Standing Stone" l'etichetta spagnola Guersenn annuncia un secondo capitolo, ovvero un insieme di inediti destinati a un secondo album mai completato. "Stone Unturned' ripropone le sonorità acid-folk-psych-blues del musicista inglese, con tonalità ancor più grezze e avvincenti. Un disco che non è appendice del ritrovato esordio ma un'ulteriore conferma dell’enorme talento di Oliver.
Virtuosismi psych-blues ("Clock Tick"), manipolazioni da post produzione alla Todd Rundgren ("In A Hurry", "Down To The Woods"), incantevoli ballate poco convenzionali ricche di preziosismi chitarristici ("Tantalize", "What's Next") e delizie in chiave blues ("Over There", "Noise In The Night") si alternano formando un mosaico dalle mille sfumature.

 

Resta il ragionevole dubbio che la storia di Oliver Chaplin sia in parte responsabile del tanto interesse intorno a questi due album, ma "Standing Stone" e "Stone Unturned" sono due progetti che hanno resistito egregiamente al passare del tempo e nello stesso tempo rappresentano un'anomalia nel rocambolesco circuito di quei dischi rari mai pubblicati ufficialmente, ovvero distribuiti privatamente, essendo due progetti validi al di là del valore collezionistico. Per gli amanti dello psych-blues alla Captain Beefheart potrebbero rappresentare più che una piacevole sorpresa.



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