Autore: Will Hermes
Titolo: Lou Reed. Il re di New York
Editore: Minimum Fax
Pagine: 771
Prezzo: 28,00 euro
Nell'ottobre del 2023, in occasione del decennale della scomparsa, Minimum Fax ha pubblicato l'edizione tradotta in lingua italiana da Chiara Veltri e Paola De Angelis di “Lou Reed. Il re di New York”, biografia del grande cantautore americano firmata da Will Hermes, uno dei più importanti critici musicali statunitensi e firma di Rolling Stone, New York Times e Pitchfork.
Le quasi 750 – fittissime - pagine di questa nuova biografia dedicata all'autore di alcune tra le più belle pagine del rock degli ultimi decenni ne fanno forse la più esauriente in assoluto tra quelle in circolazione, partendo dal presupposto che Reed era una persona tutt'altro che propensa (per usare un eufemismo) a raccontarsi poiché, sosteneva, tutto quello che c'era da sapere lo si poteva trovare all'interno delle sue canzoni. Hermes, incurante di questo monito da cui d'altronde prende le mosse il libro stesso, indossa invece i panni del ricercatore e per certi versi anche dell'archeologo, se ci viene concessa la metafora, andando a scavare persino nelle radici della famiglia Reed, ritrovando il milieu nel quale Lou è nato ed è cresciuto, per capire come sia diventato ciò che è stato, ovvero uno degli artisti più influenti dell'epoca contemporanea, e dunque accompagnando per mano il lettore in un'epopea lungo il “wild side” reediano.
Operazione, quella di “scavo”, resa senz'altro meno difficile dagli archivi che la famiglia dell'autore americano ha reso disponibili presso la New York Public Library, eppure sembra da subito evidente come il pregio di questa biografia stia nei dettagli, nella capacità di ricostruire e quasi di seguire passo per passo il protagonista in quel processo di formazione che darà i frutti che tutti conosciamo.
Ovviamente, prima dell'artista emerge l'uomo, e dunque anche tutto ciò che sta alle spalle del processo artistico, che è in definitiva l'unico lato che conosciamo (o crediamo di conoscere) di Lou Reed. Dentro, insomma, c'è davvero tutto: le decine di album, i libri, gli spettacoli teatrali, ma anche il carattere, le relazioni interpersonali, in ultimo quella intensa e commovente con Laurie Anderson. Tutto attorno, quasi co-protagonista, la città di New York con le sue mille luci ma anche gli angoli oscuri, con i suoi limiti indefiniti e i suoi linguaggi indecifrabili per tutti ma non per Lou Reed, che della metropoli è stato al tempo stesso figlio prediletto e suo massimo poeta.
Nella sua completezza, o meglio, nella sua invidiabile ricchezza di particolari, questo corposo volume non manca di stupire anche in dettagli più o meno conosciuti al pubblico, come ad esempio il racconto dell'approdo alla Factory di Andy Warhol dei Velvet Underground o del primo incontro di Reed con David Bowie. Le registrazioni, gli album e le canzoni, le droghe, le insicurezze, i momenti di gloria e i lati oscuri di una personalità così grande e sfaccettata emergono dalle pagine di Hermes e come tante tessere di un mosaico vanno a ricomporre l'immagine di un artista la cui voce e prima ancora la cui visione, oggi più che mai, mancano nel panorama musicale odierno. Anche se, per dirla con le parole di Alynda Segarra degli Hurray for the Riff Raff, “rubo sempre qualcosa a Lou Reed”. E di sicuro, e per fortuna, non è di certo l'unica.