06/06/2011

Kills

Magazzini Generali, Milano


Attesi da due mesi, dopo la cancellazione del live dello scorso 2 aprile a causa di un malore che aveva colpito James Hince, finamente i Kills sono davanti alle nostre orecchie. Lui rigorosamente english style, lei con il suo piglio più punk, li incorniciano uno sfondo maculato, lo sguardo aggressivo di chi suona in modo vissuto e le movenze schive di chi ha incollato sulle spalle quella componente glam che li ha fatti emergere.

 

"No Wow" è il primo pezzo della serata, azzeccatissimo come opening, visto l'intro claustrofobico che tiene la tensione e poi rotola via verso il finale. Non saranno comunque tanti i ripescaggi dagli altri lavori, volutamente - azzardo - visto che il tour è legato all'ultimo album "Blood Pressures".

È interessante come in un live di genere garage come quello che abbiamo davanti questa sera, sia possibile dar molto più spazio alla personalità e alla presenza scenica che alla musica. James "Hotel" Hince costruisce ogni singola nota per la sinuosa Alison "VV" Mosshart: è lei l'unica vera star. Con le sue movenze a spirale, sembra una venere incantatrice che non ha bisogno di guardarti negli occhi, sempre nascosta dietro la sua chioma scura. Le canzoni si susseguono fino a un rilancio dell'album "Midnight Bloom" con i singoloni "U.R.A. Fever" e "Tape Song", durante la quale un esemplare non identificato ma evidentemente piuttosto esaltato, con due bracciate, riesce in modo inquietante a scavalcare le transenne. E qui si apre il dilemma sul ruolo della security nei concerti.

 

Ai Magazzini i ragazzi vengono istruiti in modo particolarmente aggressivo, un po' esagerato, soprattutto per un concerto come quello dei Kills; d'altro canto, non sono sempre sicure le intenzioni di chi vuole mettere i piedi sul palco senza averne l'autorizzazione. Tutto ciò per dire che James Hince, durante questo placcaggio, ha fermato il concerto, è andato a riacchiappare il ragazzo violentemente buttato fuori e, non contento, con eufemismi che sarebbe meglio non ripetere, ha ammonito i ragazzi della security a comportarsi con maggiore calma verso il pubblico. Sarebbe stato divertente chiedere ad Alison cose ne pensasse, vista la faccia schifata dopo l'abbraccio ricevuto dal nuovo amico del suo partner musicale.

Chiudendo la parentesi gossip, torniamo al live. Come dicevamo solo una grande protagonista, che danzando e sussurrando le sue frasi suadenti, imbraccia ogni tanto la chitarra, ogni tanto la tastiera e si fa strada avanti e indietro sugli amplificatori intorno al palco.

 

Il concerto fila via in un lampo fino ai saluti. C'è però tempo di un breve bis, Ali riappare con una tunica dorata, celebrazione ormai definitiva della regina che è. "Last Goodbye" è intensa e nessuno fiata, qualche accendino si accende. Poi velocissime ancora "Post And Pants" e "Friend My Little Brains". Un concerto durato poco più di un'ora, scarso, contando i quattro album all'attivo del duo, ma mettendo sul piatto della bilancia l'impatto emotivo e l'aria tiratissima dell'intera serata, possiamo rimanere soddisfatti e andar via finalmente con la certezza che i Kills sono davvero passati per di qui.

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