Realtà sotterranea dell’indie-rock newyorkese, i Gifted Children sono ormai al tredicesimo anno di una prolifica carriera, sempre lontana dai riflettori, sempre all’insegna di un rock di basso profilo, sia nella registrazione a bassa fedeltà che nei risvolti intimisti delle sue atmosfere.
Cupo, malinconico e notturno, questo “Whitespace Difference” vuole essere la loro risposta alle tendenze dell’indie-rock dello scorso decennio, combinando la sporcizia melodica dei primi Pavement con i muri di chitarre densi dello shoegaze.
Lo sposalizio riesce, ma solo a metà, perché i nostri preferiscono accontentarsi di un risultato modesto per quanto pregevole anziché rischiare. Gli episodi migliori sono la radiosa “Plot Gold”, “Tinhorn Planet”, con la sua elettronica frastornante, piuttosto che la lugubre “Ah, Pan”; ma dall’altro lato della barricata abbiamo pezzi fuori posto come il noioso folk-rock di “Grace” e il kitsch della breve “We Saw The Vultures”.
Un album di canonico indie-rock senza infamia e senza lode insomma, che non ci fa storcere il naso, ma che dimenticheremo facilmente tra qualche mese.
22/05/2008