Right Away, Great Captain!

The Eventually Home

2008 (Favorite Gentlemen)
songwriter, folk

O listen to the sounding sea
That beats on the remorseless shore,
O listen! for that sound will be
When our wild hearts shall beat no more

O listen well and listen long!
For sitting folded close to me,
You could not hear a sweeter song
Than that hoarse murmur of the sea.*
*(George William Curtis - O Listen to the Sounding Sea)

Indecifrabile, imprevedibile, infinito: il mare esercita sull'uomo un fascino tutto suo e rappresenta un'inesauribile sorgente d'ispirazione, per via della sua oscura immensità e per l'atavico magnetismo delle sue acque, incantando poeti e artisti sin dalla notte dei tempi.
Non ha resistito a questo richiamo neanche lo statunitense Andy Hull, frontman del gruppo indie-rock Manchester Orchestra, che si è ispirato al tema del mare tanto per il curioso nome del suo side-project di matrice folk-cantautorale, "Right Away, Great Captain!", quanto per il concept d'esordio di questo progetto, una saga di tre album incentrati sui turbamenti d'animo di un marinaio del XVII secolo, tradito dalla moglie con il fratello.

"The Eventually Home" rappresenta il secondo capitolo della trilogia di Right Away, Great Captain!, iniziata nel 2007 con la pubblicazione di "The Bitter End". Quest'ultimo raccontava della brusca fine di una storia d'amore, con la scoperta del tradimento e la promessa di vendetta, seguiti dalla partenza del protagonista per un lungo viaggio in mare, in balia di un burrascoso conflitto di sentimenti contrastanti. "The Eventually Home" costituisce il seguito del racconto, dove si narra del viaggio di ritorno verso casa e verso il momento in cui plausibilmente si dovrà consumare la preannunciata vendetta (ma come ogni buon romanzo a puntate che si rispetti, il terzo e conclusivo capitolo della saga potrebbe sempre riservare qualche sorpresa…).
Parallelamente allo sviluppo della narrazione, i due album rivelano un'evoluzione anche nelle scelte stilistiche: se "The Bitter End" poggiava su arrangiamenti essenziali e prettamente lo-fi, accentuati dalla location piuttosto amatoriale utilizzata per le registrazioni (Hull si era rinchiuso in un vecchio capanno di legno), "The Eventually Home" si presenta come un album più pastoso e avvolgente, arricchito da piccoli ornamenti strumentali che gli conferiscono un arioso brio pur senza stravolgere quelle stesse atmosfere malinconiche, talora straziate, già presenti in "The Bitter End".

"The Eventually Home" solca le inquiete acque del folk tra il veleggiare di pianoforte che sfiora delicatamente l'arpeggio di "Down To Your Soul", il frastagliarsi di chitarra che si riverbera sugli scogli di "Father Brian Finn", il ritmo beccheggiante che conduce "Memories From A Shore" verso una carezza di fisarmonica. La tensione trattenuta della voce di Hull, che si scioglie solo tra i cupi flutti elettrici di "I Am A Vampire", porta subito alla memoria i Bright Eyes di "Fevers And Mirrors", mentre le armonie vocali che si intrecciano come echi di sirene in "Devil Dressed In Blue" fanno rivivere lo spirito dell'ultimo Elliott Smith.
Il diario di bordo di "The Eventually Home" ha il senso incombente di fatalità della tragedia e il sapore ancestrale del nóstos, il canto del ritorno a casa. "È molto più del secondo capitolo di una storia", osserva Hull, "è una tragedia che suscita la domanda senza tempo di che cosa significhi esattamente casa". La solitudine dell'oceano sparge il suo sale sulle ferite che si nascondono negli abissi dell'animo, trasformandole in demoni pronti a divorare tanto il delitto quanto il castigo. E le parole non bastano a vincere la determinazione oscura della vendetta, nemmeno quando a farle pulsare è il desolato struggimento di un cuore: "What a pity that it is / To write you in a song / I tried to make the words become a kingdom to your soul / No matter how I try it's just a lyric nothing more / And it can't be worth it".

Quando la spuma dei sentimenti si infrange contro un'ineluttabile consapevolezza e l'animo viene sbattuto con violenza dalla furia incontrollata delle passioni, prima o poi ci si pone dinanzi ad una decisione da prendere. Lasciarsi andare assecondando i tumulti delle onde o reagire con fermezza provando a dominare la tempesta?
"The Eventually Home" ruota attorno a questo interrogativo, che tormenta l'animo del marinaio ma che si proietta in senso più generale su ciascuno di noi. Non si tratta che di un bivio, in fondo: "just sink or swim".
Ma è davvero così facile scegliere?

01/12/2008

Tracklist

  1. Down To Your Soul
  2. Devil Dressed In Blue
  3. Cutting Off The Blood To Ten
  4. Once Like You
  5. What A Pity
  6. Father Brian Finn
  7. Memories From A Shore
  8. Oh No, I Tried
  9. I Am A Vampire
  10. I Was A Cage

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