Soft Moon

Deeper

2015 (Captured Tracks)
post-punk, industrial, gothic

Deve essere stato un anno e mezzo particolarmente difficile quello trascorso da Luis Vasquez, la mente creatrice dei Soft Moon, a Venezia, dove ha detto di aver ideato e scritto "Deeper",  lavoro feroce, duro e complesso. Forse è proprio vero che dalle difficoltà maggiori spesso si ottiene il massimo, ma più che una regola di vita direi che qui abbiamo semplicemente una riprova dello spessore di questo progetto, che ha saputo catalizzare l’attenzione fin dal suo esordio nel 2010. Se all’inizio la miscela robotica di post-punk e kraut-rock era piacevole e azzeccata, qui ci troviamo invece a un mostro psicologico che sa portare al grande pubblico le intuizioni dell’avanguardia, mischiando, come hanno saputo i grandi del passato, elementi eterogenei e in genere ben distinti in scompartimenti musicali non comunicanti.

Abbiamo quindi un’alternanza di brani sperimentali e sintetici (forse la novità più forte di tutto il disco) a pezzi più vicini al post-punk in stile 4AD (come nel pezzo “Try” o nella wave elegante di “Feel”), le cui dilatazioni di chitarra non ne rilassano la serratezza. Il timore di ottenere però un mischione senza direzione se non quella di sfruttare il successo ottenuto (magari strizzando l’occhio alle discoteche), come quello di ascoltare un lavoro arrangiato alla meno peggio in mancanza di idee, ebbene svanisce subito. La composizione e le declinazioni emotive hanno qui a disposizione una tavolozza di profondi contrasti e minute sfumature che rendono il lavoro solido, riuscendo a equilibrare i toni dei singoli pezzi al servizio di un unico scopo: mettere a nudo l’anima dell’artista, nelle sue ansie nascoste, nell’esaltazione quasi furiosa, anche attraverso grida provenienti non da voce umana e sorrette da pilastri ritmici. Sembra quindi emblematica la scelta di usare giusto una parola per titolare ogni pezzo, in maniera esatta e concisa, quasi a voler aggiungere significati ulteriori all’immediatezza del suono.

Che si abbia un'insolita presenza di composizioni vicino alla dance alternativa (una su tutte è la spezzata “Wrong”) o se viene scelta una linea vocale vicina al pop anni 80, come in “Wasting” , si riesce a comprendere come l’artista sia riuscito, tramite una totale padronanza dei propri mezzi espressivi, a fondere appunto sperimentazione e musica popolare, gothic vecchio stile e nuove articolazioni di inizio millennio, moltiplicando le sfaccettature del suo lavoro. Si notino le tristi note di piano che accompagnano la malinconica “Without”, i profondi ritmi para-africani che coronano “Deeper”, devastata da abissi interiori, e “Being” che usa delle registrazioni a magnetofono per creare quasi una sensazione filmica, a cui fanno da controaltare grida selvagge e scatenate, che scemano in un feedback rumoroso che non finisce.
Da notare anche come Vasquez sia riuscito a passare da composizioni minimali e spesso soltanto strumentali in canzoni vere e proprie, affrontando la difficile tenzone di misurarsi con quella forma che ha più proseliti del semplice giro alternativo; in questo vince, pur usando una gamma di suoni decisamente poco amichevole, ma orchestrata per saper agganciare l’ascoltatore.

Come già detto, il disco alterna le sue due anime, quella più propriamente post-punk, che è già ampiamente nota a chi conosce i lavori precedenti, e quella più elettronica, al contempo rumorosa, ballabile e piena di sorprese. I pezzi sono minacciosamente meccanici, la matrice industriale non risiede tanto nel suono elettronico o nel ritmo pur incalzante (come invece spesso si dà per scontato quando si ha in mente quel contesto) ma nella sua ripetizione ossessiva e marcatamente disarmonica, il cui risultato esprime profondo disagio, come la trasformazione del grido in “Desertion” o la cadenza sincopata di “Black”, che sembra quasi bruciare all’ascolto.

Insomma, si tratta di un lavoro colossale, certamente uno dei dischi migliori dell’anno e probabilmente in lizza tra i migliori del lustro, come minimo.

13/06/2015

Tracklist

  1. Inward
  2. Black
  3. Far
  4. Wasting
  5. Wrong
  6. Try
  7. Desertion
  8. Without
  9. Feel
  10. Deeper
  11. Being


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