Somnambulist è il nome di un collettivo fondato a Berlino nel 2009 e incentrato intorno alle figure di Marco Bianciardi (voci e chitarre, già batterista negli Elton Junk e chitarrista nei Caboto), Thomas Kolarczyk (basso) e Luca Andriola (batteria).
“Quantum Porn” è un doppio album che ha richiesto ben quattro anni di lavoro, dove sono confluite svariate influenze: dal post-punk alla psichedelia, dal grunge versante Alice In Chains (soprattutto per certe striature della voce) alle strutture complesse che richiamano il nu-prog, in particolare nei brani più lunghi (“Sundrum Ln” supera gli 8 minuti, “The Science Of Hidden Purposes” si approssima ai 7), muovendosi persino senza timori in territori jazz (“The Grand Anthem Of The Unnoble Nation Of…”) e funk (“The Slowing Clock”).
Sedici tracce, oltre 70 minuti di musica, tantissima carne al fuoco, ma i Somnambulist riescono sempre a mantenere alta la tensione e l’attenzione, in equilibrio costante fra melodia (“The Unmanned Song”) e pura elettricità (“Transverberate”), con i risultati più efficaci ottenuti quando le idee vengono sintetizzate in un formato non troppo debordante dal punto di vista del minutaggio (“Deeply Unutterable & Unimpressed” e “Resume Where God Has Stopped” potrebbero costituire buoni esempi in tal senso, ma vanno considerati anche i 46 secondi della micidiale “Scurf”) oppure quando vengono inseriti imprevisti quasi “zappiani” (“Goddamnland”).
Tutto molto bello e mai scontato, con la conferma di quanto ancora troppo spesso per incontrare fortuna, stimoli e persone giuste occorra oltrepassare i confini italici.
09/05/2017