Kara-Lis Coverdale

Kara-Lis Coverdale

Kara-Lis Coverdale è una delle figure più enigmatiche e affascinanti della musica sperimentale contemporanea. Compositrice, produttrice e polistrumentista canadese, Coverdale si è affermata come un’autrice di paesaggi sonori che sfuggono alle definizioni canoniche, muovendosi con disinvoltura tra il sacro e il digitale, tra la liturgia e l’alienazione tecnologica.

Formatasi inizialmente come organista e clavicembalista, Kara-Lis Coverdale ha sviluppato un lessico musicale in cui la tradizione barocca convive con l’estetica glitch e l’ambient più rarefatta. La sua educazione classica - culminata con studi presso il Conservatorio di Musica di Montreal- è evidente in ogni stratificazione armonica e in ogni costruzione formale dei suoi brani, ma sempre filtrata attraverso una sensibilità radicalmente contemporanea.

Il primo vero punto di svolta arriva nel 2015 con "Aftertouches", album che ha segnato la transizione di Coverdale dalla nicchia colta dell’elettroacustica alla scena internazionale dell’arte sonora. In "Aftertouches", tessiture vocali manipolate, field recordings e melodie digitali si fondono in una grammatica sonora personalissima, tanto algida all'apparenza quanto emotivamente coinvolgente.

Seguono opere come "Grafts" (2017), un Ep di appena venti minuti che le vale un culto trasversale tra i devoti della musica drone e i critici d'avanguardia. In "Grafts", Coverdale riduce al minimo gli elementi per esplorare la microvariazione e la spazialità, costruendo un ciclo minimalista che ricorda, per intensità e rigore, alcune pagine tarde di Morton Feldman. È un lavoro che conferma la sua capacità di coniugare l’astrazione concettuale con un senso del bello quasi mistico.

Coverdale è anche nota per le sue collaborazioni, tra cui quella con Tim Hecker, con cui ha lavorato nell'album "Virgins" (2013), che ha posto le basi per una nuova estetica sospesa tra ambient-drone e modern-classical. Il suo contributo è stato spesso percepito come un contrappunto lirico e stratificato al rumore denso e abrasivo di Hecker.

Affiancata dalla sound artist e violoncellista multidisciplinare Anne Bourne e dalla trombonista Kalia Vandever, in "From Where You Came" (2025), Kara-Lis Coverdale impiega archi, fiati, ottoni, tastiere, software e modulari, dando vita a undici partiture tra minimalismo elettronico e sperimentazione classica, avvolta tanto da un senso di angoscia quanto da un sentimento di libertà interiore. L’indipendenza come traguardo ineludibile spiega in parte il tempo trascorso e il silenzio a monte di un album che brama oceani di quiete. Prende corpo “una metodologia diagnostica per fini spirituali”, come racconta Coverdale, elaborata e registrata in diversi continenti spesso in presa diretta: dal GRM Studio di Parigi all'Elektronmusikstudion EMS di Stoccolma, e dagli spazi del The Shop di Valens a quelli del Pumpkin House di St. George.

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