Liberato è uno dei progetti musicali più enigmatici e innovativi della scena italiana contemporanea. Attivo dal 2017, il misterioso rapper e cantante napoletano è riuscito a conquistare un vasto pubblico mescolando tradizione e modernità, cantando in dialetto napoletano e fondendo elementi di trap, elettronica, hip-hop e musica melodica italiana. Il suo anonimato è parte integrante dell’identità artistica: non si conosce il suo volto, e le sue performance dal vivo sono caratterizzate dalla presenza di individui che indossano tutti lo stesso outfit e si presentano come “Liberato”.
Liberato debutta il 9 febbraio 2017 con il brano “Nove Maggio”, un successo virale che lo introduce come un fenomeno unico. La canzone, accompagnata da un video diretto dal regista Francesco Lettieri, intreccia romanticismo e ambeintazioni urbane, raccontando storie d’amore adolescenziali nella cornice di una Napoli contemporanea. L’uscita successiva, “Tu t’e scurdat’ ‘e me”, consolida la sua fama grazie a un ritornello struggente e un'estetica visiva altrettanto evocativa.
Il 2018 segna un momento cruciale per Liberato, che pubblica “Je te voglio bene assaje” e “Oi Marì”, brani che esplorano ulteriormente la tradizione musicale napoletana reinterpretandola con un approccio moderno. Lo stesso anno si esibisce per la prima volta dal vivo in un concerto gratuito sul lungomare di Napoli, evento che attira migliaia di fan e contribuisce a rafforzare il suo mito.
Nel 2019 pubblica il suo primo album omonimo, “Liberato”, una raccolta di dieci tracce pubblicate il 9 maggio, mantenendo il numero 9 come simbolo ricorrente nella sua estetica. Il disco è un viaggio musicale che combina storie di amore e disillusione, portando avanti il dialogo tra dialetto napoletano e suoni internazionali.
Le storie che raccontano i video condividono questo "Liberato Cinematic Universe" (come denominato ironicamente dai fan), una Napoli romantica, immersa in un'estate eterna di amori e passioni, dove i personaggi interpretano a turno i molteplici volti della vita partenopea.
Tre anni dopo esce il seguito, l’album “Liberato II” (2022), un'evoluzione del suo stile, dove si sperimentano nuove sonorità pur mantenendo il legame con le sue radici napoletane.
La seconda prova di Liberato allarga gli orizzonti della proposta musicale dell’esordio, ma rimane fedele alle aspettative dei fan e della critica. I percorsi tracciati dal progetto appartengono a un immaginario tanto personale quanto dinamico, vivace, ma soprattutto senza epigoni. Infatti, ciò che appare evidente è un senso di manifesta superiorità nei confronti della musica mainstream italica, contesto nel quale Liberato non si potrà mai totalmente inserire (possiamo più correttamente parlare di “midstream”). Sta di fatto che in una scena nazionale popolata da squali e da case discografiche aventi come unico obiettivo il guadagno immediato, nessuno è riuscito, finora, a rubarne né le intuizioni, né la fiera consapevolezza di fondo.
In mezzo ai due progetti, la colonna sonora del film “Ultras” datata 2020.
Il mistero che circonda Liberato ha generato numerose speculazioni e teorie sull’identità dell’artista, con ipotesi che coinvolgono diversi musicisti e produttori. Tuttavia, Liberato ha sempre evitato di svelarsi, lasciando che fosse la sua musica a parlare per lui. Questo anonimato lo ha reso una sorta di “maschera collettiva”, simbolo di una Napoli globale e nostalgica al tempo stesso.
Il sound di Liberato si distingue per l'uso di ritmi trap, beat elettronici e richiami alla tradizione melodica partenopea. I testi, spesso incentrati sull'amore, il ricordo e il rapporto con la città di Napoli, catturano un’ampia gamma di emozioni, dai rimpianti più intimi alla celebrazione della vita quotidiana.