Liberato

Liberato II

2022 (autodistribuito)
alternative r&b, canzone napoletana

In quel nove maggio che da sempre ne alimenta la leggenda, l’artista napoletano Liberato giunge alla prova del secondo album, se si esclude dal novero la pur pregevole colonna sonora del film “Ultras” datata 2020. La posta in gioco è alta: dopo un lustro di (non) presenza sulle scene, infatti, il gossip un po’ stucchevole sulla sua identità sta progressivamente scemando, ed è quindi tempo di misurare l’effettivo peso della sua proposta, o quantomeno la continuità del suo impatto sul pubblico. Piazzatosi in tredicesima posizione nella classifica italiana alla sua prima settimana di uscita, “Liberato II” ha migliorato il suo posizionamento nella seconda, raggiungendo la top 10, e le sue canzoni hanno complessivamente totalizzato una manciata di milioni di visualizzazioni sulle principali piattaforme streaming nazionali. Un buon risultato, vista la totale assenza di anticipazioni o singoli di lancio, che sembra far pensare a uno status di artista di culto ormai pienamente conseguito, in barba ai non pochi detrattori che tacciarono il progetto di essere una mera bolla mediatica, fondamentalmente priva di reale sostanza artistica, foraggiata soltanto da un’aggressiva strategia di marketing.

Nun è overo, anzi, le dichiarazioni d’intenti estetici sono se possibili ancora più nette che in passato. Il debutto si conquistò di diritto lo status di album di culto, trascinato come fu da alcuni singoli-catalizzatore ormai divenuti classici moderni della canzone italiana (su tutti “Nove Maggio”, “Tu t’ scurdat’ e me”, “Pecché me stai appennenn’”), ma a tratti presentava alcuni elementi di produzione e scrittura un po’ troppo modaioli o comunque non sempre del tutto amalgamati.
Così non succede questa volta: sin dalle prime note di “PARTENOPE” veniamo infatti immersi senza compromessi nell’universo-Liberato, in un saliscendi frenetico tra classica scala minore napoletana, battiti trap, e soprattutto melodie vocali nel solco delle pagine di songwriting più ispirate dell’artista, che sembra voler scrivere ogni frase melodica come se dovesse essere un ritornello.
“NUN CE PENZÁ” fa anche meglio: ballad malinconica innervata da battiti house old school e da un groove di basso memore del miglior french touch, sciorina una gestione delle dinamiche negli stop&go (spiazzante in particolare quello al minuto 2:14) e una raffinatezza nelle frasi melodiche strumentali da far invidia ai producer più blasonati.
“NUNNEOVER” è la migliore escursione operata ad oggi da Liberato nel mondo reggaetón, ed evidenzia una raggiunta maturità anche nell’utilizzo delle voci pitchate (si pensi ai call and response con la voce principale nelle strofe).

Già dopo tre canzoni, si è potuto evincere come una maggiore decisione sulla propria proposta artistica non abbia affatto impedito a Liberato di mantenere intatto il suo eclettismo, anzi. “ANNA” è una ballata in bilico tra chitarre elettriche clean di matrice indie-pop e grana urban di drum machine e bassi elettronici, “GUAGLIUNCELLA NAPULITANA” un midtempo synth-pop dai sentori umbratili, dove risalta l’ormai iconico canto sussurrato doppiato in fase di registrazione, “‘NA STORIA E ‘NA SERA” rivela invece l’amore dell’artista per l’elettronica europea anni Novanta.
Discorso a parte merita “CICERENELLA” che segue una formula già sperimentata in “Nunn’a Vogl’ ‘ncuntrà”, unendo canzone tradizionale napoletana, progressive house, techno, e trap, ma la difficoltà di realizzazione questa volta è, se possibile, ancora maggiore. La canzone è una celebre tarantella scritta nel XVIII secolo, più volte reinterpretata nel corso della storia napoletana (tra le versioni più celebri si può ricordare quella di Peppe Barra della Nuova Compagnia di Canto Popolare). La versione di Liberato riesce a non snaturarne la componente folk (i mandolini a bella posta sono lì a dimostrarlo) e a non perdere il sentimento di trance danzereccia tipica della dimensione da club.

Analisi a parte meritano i testi, capaci di esaltare ancora una volta le vibrazioni della musica: non è un caso che la formula più congeniale a Liberato rimanga - come nel disco d’esordio - quella di ibridare il dialetto napoletano a brevi slogan cantati in lingua inglese. Le parole sciorinate in “PARTENOPE”, ad esempio, tratteggiano l’incontro tra tradizione e modernità, un amore-apparizione che sembra infrangersi tra gli scogli di Mergellina. La resa visiva della canzone è ancora una volta segnata dal sodalizio con Francesco Lettieri, tornato a dirigere Liberato dopo i fasti di “Ultras”. Il videoclip è ambientato nelle sfarzose sale di Palazzo Reale e ha per protagonisti Tonia Laterza (la sirena) e il noto attore napoletano Giacomo Rizzo, nelle vesti di Ferdinando I di Borbone.

In “NUNNOVER” sono pianificate due traiettorie complementari; vengono dapprima evocati alcuni luoghi della città (prima il Cimitero delle Fontanelle, poi Fuorigrotta), mentre il testo fa da contraltare alle apparenti debolezze di un uomo (“Nun è overo ca n'ommo nun chiagne pe mezz''e na femmena (I know)”). Lo sguardo sembra arrendersi dinanzi all’universo femminile, in un gesto di consapevolezza che rende il contatto imperscrutabile e malinconico (“Nun è overo ca fa primmavera e so' cchiù malinconico”). Oltre alla solidità del brano, “GUAGLIUNCELLA NAPULITANA” è una colorita dichiarazione d’amore (“Tu sî 'na medicina/ Na canna 'a primma matina”) tesa a sfatare i tabù dei rapporti a distanza (“Nun me 'mporta ca staje luntano”).

La seconda prova di Liberato allarga gli orizzonti della proposta musicale dell’esordio, ma rimane fedele alle aspettative dei fan e della critica. I percorsi tracciati dal progetto appartengono a un immaginario tanto personale quanto dinamico, vivace, ma soprattutto senza epigoni. Infatti, ciò che appare evidente è un senso di manifesta superiorità nei confronti della musica mainstream italica, contesto nel quale Liberato non si potrà mai totalmente inserire (possiamo più correttamente parlare di “midstream”). Sta di fatto che in una scena nazionale popolata da squali e da case discografiche aventi come unico obiettivo il guadagno immediato, nessuno è riuscito, finora, a rubarne né le intuizioni, né la fiera consapevolezza di fondo.

26/05/2022

Tracklist

  1. PARTENOPE
  2. NUN CE PENZÁ
  3. NUNNEOVER
  4. ANNA
  5. GUAGLIUNCELLA NAPULITANA
  6. CICERENELLA
  7. 'NA STORIA E 'NA SERA