In The Nursery

In The Nursery

Sinfonie dark per film immaginari

In The Nursery sono due gemelli, supportati da una vocalist poliglotta e da un percussionista. Il loro sound - ribattezzato "filmic music" - è nato dalle sorgenti inquiete del movimento dark e si è arricchito negli anni di innumerevoli influenze. Tra Classica e New Age, Romanticismo e Decadentismo

di Claudio Fabretti

In The Nursery - il progetto dei gemelli Klive e Nigel Humberstone - è una delle realtà meno note ma più meritevoli della scena gotica internazionale. In venti anni di carriera, sempre lontana dai riflettori del rock, la band britannica è riuscita ad assemblare un'incredibile varietà di suoni e composizioni, mescolando sinfonie orchestrali classiche e rock duro, timbri synth-pop e sonorità new age. Con un'attenzione particolare al sincretismo nel linguaggio e all'espressionismo nell'estetica.

Influenzati dall'esistenzialismo di Genet e dal simbolismo di Cocteau, i gemelli Humberstone esordiscono nel 1981 con un Ep, When Cherished Dreams Come True, dalle atmosfere apocalittiche e dalle armonie glaciali. Un lavoro suggestivo, seguìto poco dopo da un altro Ep, Temper, che riproduce e amplia quel clima funereo, tra battiti marziali, urla spettrali e un organo da requiem. Già dai primi lavori emerge la loro arma in più: la capacità di utilizzare strutture della musica classica in canzoni rock, creando un'atmosfera che, da sola, vale più dei brani. La loro scommessa, insomma, è riuscire a mettere insieme il dark-punk minaccioso di Siouxsie e Joy Division, o il pop onirico di Cocteau Twins e Dead Can Dance, con le sinfonie di Beethoven.

Solo nell'agosto 1986 esce il loro primo album, che abbina raffinati arrangiamenti elettronici e soavi vocalizzi femminili. Il titolo è autobiografico: Twins, gemelli. "Per noi, lavorare insieme come gemelli è perfettamente naturale - spiega Nigel -lavoriamo bene assieme, musicalmente e creativamente. Ovviamente abbiamo gusti simili per questo, ma il fatto di avere comunque due vite separate ci fornisce quel giusto quantitativo di tensione che alimenta la creatività. Ci interroghiamo a vicenda su quello che facciamo, ma sappiamo per istinto riconoscere quando stiamo facendo la cosa giusta. E' anche per noi una garanzia della qualità del nostro lavoro, il fatto di comporre sia insieme che separatamente, prendendo idee da differenti ispirazioni. Poi cerchiamo di svilupparle, in due o da soli, non c'è un metodo standard".

Dal 1987, si uniscono alla band il trombettista militare e percussionista Q e la vocalist poliglotta Dolores Marguerite C, che lavorano alla realizzazione di un nuovo Ep, Trinity, in cui le tradizionali "marce funebri" della band si sposano con suoni sempre più rarefatti. La loro musica, affresco dell'alienazione e della desolazione urbana, comincia ad assumere i toni spirituali di una meditazione sulla morte. E' un vortice di atmosfere eteree e sempre inquiete, reso soprattutto dall'uso dei campionamenti e dal collage di vari pezzi strumentali. "Il nostro mezzo principale è il nostro fidato computer 7100 Macintosh, con software Logic Audio - racconta Nigel - . Nei nostri lavori usiamo molto samples di archi e percussioni da orchestra (bass drums, snares e timpani) e naturalmente oboe e flauto suonati dal vivo in studio".

L'effetto, sempre più visionario, è quello che i gemelli chiamano "filmic music". "Non lo intendiamo tanto nel senso di 'musica per colonna sonora' - precisa Klive -. Penso che la nostra musica evochi una dimensione filmica, crei un'atmosfera, fomenti l'immaginazione". Naturale così che la band sia stata chiamata a comporre le musiche per alcuni film.
La loro prima colonna sonora è Stormhorse, concentrato di dramma e romanticismo, in cui le melodie fronteggiano le asperità delle percussioni. "Portamento" e "Counterpart", ad esempio, riescono a fondere le incalzanti sezioni d'arco e i terrificanti organi a canne del barocco con le melodie (trombe o flauti) e i ritmi (tamburi, tamburelli, sonagli) atmosferici alla Ennio Morricone, moltiplicandone la suggestione.

Nel 1988 gli Humberstone realizzano Köda, il loro secondo vero album, e una delle loro migliori opere in assoluto. Le sinfonie classiche vengono destrutturate attraverso composizioni sofisticate, che alternano rulli marziali di tamburi, un bolero orchestrale, cupi violoncelli ("Ascent"). Domina una melodiosità di stampo "verdiano", innestata su trame minimaliste alla Michael Nyman. Molti gli episodi brevi, come "Kotow", pervaso dal suono di un flauto esotico. Una musica sempre minacciosa, che ritrova la serenità solo nel finale di "The seventeeth parallel".

Segue L'Esprit, lavoro ancor più "classico" e sofisticato. Un album in cui gli In The Nursery tratteggiano piccoli affreschi romantici, ai confini con la new age. E' il minimalismo della loro musica a prendere il sopravvento, con un coro femminile e un'orchestra solenne a contrapporsi. Pezzi come "To the faithful", "Sesudient", Azure Wings (con reminiscenze di Bach) e il tenero adagio di "Retaliation" (vicino a certe sinfonie di Schubert) sono le tracce migliori che, insieme all'apoteosi della title-track, donano al disco un'intensità quasi mistica.

Nel 1991 è la volta di Senses, che vira verso il synth-pop e verso sonorità etniche, come nell'orientaleggiante "A rebours". Gli intermezzi strumentali mettono ancora una volta in evidenza la propensione della band per il sinfonismo più cupo e solenne. Un anno dopo arriva Duality, album un po' troppo pretenzioso, con citazioni di Shakespeare (un paio di brani sono recitati da Richard Burton). Il ritorno alle colonne sonore con An Ambush Of Ghosts accentua i toni da musica classica delle loro sonorità. Uno stile che viene riproposto con i successivi esperimenti: Anatomy Of A Poet, il remix del singolo "Hallucinations", oltre aFeathercut e Cobalt, due opere pubblicate con lo pseudonimo di Les Jumeaux.

Ma è nel 1996 con Deco che la band britannica ritrova la sua forma migliore. Grazie anche alla voce suggestiva di Dolores Marguerite C., che canta in francese con straordinaria grazia e charme. Nasce così quel piccolo gioiello di eleganza che è "Caprice", in cui il canto di Dolores si fonde con le soffici sonorità delle tastiere. L'opera riflette l'inclinazione degli In The Nursery per ogni forma di integrazione tra musica, arte, pittura e cinema: "Qualcuno una volta ci chiese in che periodo avremmo voluto vivere, ed entrambi siamo stati d'accordo che gli Anni Venti sarebbero stati il giusto periodo per noi - racconta Nigel -. La creatività di quell'epoca e la costante ricerca di nuova chiarezza d'espressione, modalità e design che si sono manifestati nell'Art Deco ci hanno ispirato a scrivere un album come 'Deco'". I brani dell'album, tra anche cui un'ode al poeta Mallarme, hanno titoli ("Mandra," "Bassilica," "Harmonia", "Moreau") non casuali, che rispondo a criteri fonetici ed estetici legati all'idea dominante dell'opera.

Nelle pause tra le varie colonne sonore (The Cabinet of Dr. Caligari, Asphalt, Man With A Movie Camera) e le tournée in Europa (e in Messico), gli In The Nursery infilano un'altra perla come Lingua. Un album che è un vero e proprio studio sul linguaggio, sulla sua evoluzione, sui diversi stilemi fonetici, con brani cantanti in giapponese, antico messicano degli indios, serbo-croato, spagnolo e perfino friulano. "I contributi vocali su 'Lingua' sono venuti da molte parti diverse - racconta Nigel Humberstone - da amici e contatti vari in Messico, Giappone, Italia e dal nostro lavoro con Dolores Marguerite C. Abbiamo scelto parti che si sposassero con la nostra musica, e non strane voci e linguaggi in maniera fine a se stessa. Abbiamo voluto presentare una selezione di diversi linguaggi, ognuno con la propria identità. I testi sono stati scelti per accompagnare particolari tracce, come la poesia cilena per 'Poema', altri sono stati forniti e suggeriti da nostri amici di Città del Messico, ad esempio i pezzi jugoslavi e maya. Altri ancora furono scelti per caso. Per "Biello Dumlo" abbiamo ricevuto una lettera da un dj italiano, che contribuiva a mantenere in vita l'antico dialetto friulano usandolo durante il suo programma radio. Ci spedì una cassetta con la sua versione di 'Biello Dumlo Di Valor'. E noi abbiamo cominciato a scriverne una nostra interpretazione musicale come accompagnamento". Il vertice dell'album è la struggente elegia di "Poema", che sintetizza il meglio dei loro arrangiamenti sofisticati ed eterei a cui si abbina la voce suadente di Dolores Marguerite. "E' anche il mio pezzo preferito - rivela Nigel - credo che un giorno qualcuno lo utilizzerà per un film".

Groundloop (2000) è l'ennesima riprova dell'eleganza rarefatta della musica firmata In The Nursery. Una musica che sembra senza tempo."Forse perché sappiamo fondere le moderne tecnologie con le orchestrazioni classiche - osserva Nigel -. Non cerchiamo di strutturare la nostra musica sulla base di quello che va di moda in un dato periodo, per cui non ne risentiamo quando il trend di turno cambia o sparisce". E a dare spessore al loro sound è anche la sua stratificazione: "I brani nascono da un processo in costante evoluzione, costruito su un'idea iniziale che può partire da un ritmo o magari da un accordo particolare. La maggior parte delle volte aggiungiamo talmente tante cose che dobbiamo poi toglierle e riarrangiare le parti", precisa Clive.

Influenzati dal romanticismo tedesco e dall'arte decadente mitteleuropea, ma sensibili anche al fascino del dark-rock e del synth-pop, gli In The Nursery hanno costruito una cattedrale di suoni di straordinaria ricchezza, al confine fra la musica cosmica, la new age e la musica classica. Forse la loro tournée toccherà l'Italia nel 2001. Nel frattempo, hanno composto nuove colonne sonore e hanno pubblicato un'antologia (purtroppo quasi introvabile) intitolata Exhibit.

Nel 2003 la band inglese torna a sorpresa con Praxis. La title track, divisa in due movimenti che aprono e chiudono l'album, è una delle loro tipiche piece di musica classica "sintetizzata", un'orchestra artificiale che simula la grandeur della musica sinfonica e al tempo stesso ne congela l'impatto emotivo: la pulsazione elettronica conferisce al brano un'andatura sincopata, ansiosa, minacciosa. Le melodie sono come sempre all'insegna della ripetizione minimalista: ma negli In The Nursery ciò che più conta è sempre stato lo "sfondo", quegli improvvisi e imperiosi momenti in "staccato" che si innalzano dalle figure di primo piano, quelle meravigliose strutture armoniche che sorreggono i loro imponenti castelli sonori. Nei brani cantati, la carta vincente diventa invece il contrasto tra la grandiosità delle musiche e la voce spettrale di Dolores C. che in questo album impreziosisce la cervellotica partitura di "Vocopolis", la raffinata e malinconica new-age "cosmica" alla Enigma di "Memento" e "Amer", quest'ultima forse il brano con le armonie più suggestive dell'intero album, e infine quello strano ibrido tra trip-hop e musica da camera per flauto, oboe e pianoforte di "Argent". Gli Humberstone sono aiutati anche da un'altra cantante, Katz Kiely, per lo splendido lied "Outburn", e si cimentano loro stessi alle vocals in "Concept", un altro elegante adagio orchestrale accoppiato stavolta a un gelido battito "industrial".

Dopo la nuova colonna sonora A Page Of Madness, gli In The Nursery tornano a un nuovo album in studio nel 2007, con Era. Resta il romanticismo orchestrale, espresso attraverso imponenti cattedrali elettroniche, come dimostra ad esempio l'iniziale "Blueprint", dominata dalla voce di Dolores C. Marguerite, dai ricami d'archi e dal tempestoso drumming (a cura di David Elektrik). L'altra vocalist, Sarah Jay Hawley, aggiunge un tocco delicato e intenso alle atmosfere cupe della band, mentre Klive Humberstone torna a farsi valere al canto su "Silent In Time", uno dei vertici del disco, insieme all'altra raffinata piece per flauto e violoncello di "Material and Form".

Passano cinque anni prima del nuovo album, Blind Sound. In mezzo, la parentesi dedicata al film sul calvario di Giovanna D'Arco. Gli Humberstone raggiungono un altro approdo, fondendo l'essenza neoclassica ed eterea della loro arte con il gusto apocalittico dei loro immaginari film. Vite sospese, terminali o iniziali, comunque visionarie.
Lunghe volute di tastiera su cui le note si prolungano all'infinito, grevi e simboliche nel rappresentare i destini umani, segnano l'iniziale "Artisans Of Civilisation", che apre l'album al ritmo dei timpani e delle loro voci, ferme e marziali. Le useranno, insolitamente, con grande generosità, "relegando" Dolores Marguerite C. a sparuti interventi "angelici". La novità è proprio questa, ed è il segno della volontà di marcare la musica con voci oggi epiche, grevi, con la parte femminile destinata a sottolineare, all'opposto, i momenti più eterei. E' il ritorno di Stormhorse, ed è proprio con la briosa opener e con la seguente "Past Glory" che diviene nuovamente attuale quel sottile incanto turbato che ha segnato un'epoca, aprendo orizzonti a chi volesse duellare con il destino. Una colonna sonora del "post", bellico o sentimentale. Il dopo, il campo dopo una battaglia guardato con gli occhi della misericordia e dell'arrendevolezza.
L'unico spazio dedicato a sonorità della seconda parte della carriera della band ("Engel", "Praxis" su tutti) è l'interludio serafico prima del ritorno alle vette marziali, "Crepuscule" è velluto nelle tastiere e nella voce femminile. Interludio: il momento in cui trarre il massimo respiro e piacere da una prima parte di un'opera in attesa della successiva che qui vede con "Coloured Silence" l'ingresso di un altro musicista epico, qual è Matt Howden. Il violino di Sieben gioca con le tastiere neoclassiche in un brano che ricorda Stoa per l'intima superficie scavata con passione e sensibilità, lo stesso vale per "Crave": l'insieme di tutto, la sinfonia dell'anima. Ora ecco anche Dolores, i rullanti di David Elektrik, Sieben e i due gemelli, che con questa traccia definiscono nuovi orizzonti per cui commuoversi di nuovo nel nome di una musica senza tempo.

I gemelli Klive e Nigel Humberstone tornano sulla scena con un album ispirato al 1961, anno della loro nascita. Il gruppo inglese continua la sua carriera trentennale con un disco che si muove tra sonorità dark-synth/new age e delicate sinfonie orchestrali con una passione evidente per le colonne sonore più cupe e intimiste. 
1961 è denso di riferimenti storici e culturali ma soprattutto galleggia in un’atmosfera sognante che scioglie l’attitudine post punk in una sorta di dark neoclassico sui generis. Su tutto, emerge la sensazione che qualcosa, da quell’anno ad oggi, sia andando storto: a prevalere, è l’atmosfera di una melanconia diffusa, romantica quanto decadente.
“Until Before After” apre l’album con un brano che fonde l’attitudine wave dei Nostri con un gusto torbidamente magniloquente e classicheggiante, ben sottolineato dall’incedere della batteria, suonata da David Electrik, e dalla voce di Dolores Marguerite C, quest'ultima collaboratrice storica dai tempi di Stormhorse.
Con “Torschlusspanik” si entra appieno nello spirito di 1961, con un brano ispirato alla costruzione del Muro di Berlino: una cupa cavalcata tra sentimenti di angoscia e paura tra le future macerie culturali e sociali della Guerra Fredda a venire.
Non mancano, però, momenti in cui il dato biografico fra capolino nel maelstrom di riferimenti politici e sociali dell’album. Tra ricordi, “hauntology” e miti di fondazione, gli In The Nursery compongono qui la loro personale e fantasmatica elegia.
Si tratta di un buon lavoro che rivela l’interessante evoluzione degli In The Nursery: senza sconvolgimenti di sorta ma mostrando la loro ottima capacità di tradurre temi complessi nel loro personale spettrogramma emotivo.

Contributi di Mauro Roma ("Praxis"), Nicola Tenani ("Blind Sound"), Marco De Baptistis ("1961")

In The Nursery

Discografia

IN THE NURSERY
When Cherished Dreams Come True (Ep, 1983)

6,5

Sonority (Ep, 1985)

Temper (Ep, Sweatbox, 1985)

6,5

Twins (ITN Corporation, 1986)

7

Trinity (Ep, 1987)

7

Stormhorse (ITN Corporation, 1987)

7

Köda (Wax Trax!, 1988)

8,5

Counterpoint (anthology, Wax Trax!, 1989)

7

Prelude (anthology, ITN Corporation, 1989)

L'Esprit (Wax Trax!, 1990)

7

Sesudient (Ep, Wax Trax!, 1990)

Sense (Third Mind, 1991)

6

Duality (Third Mind, 1992)

5

An Ambush Of Ghosts (soundtrack, Third Mind, 1993)

Anatomy Of A Poet (ITN Corporation, 1994)

Hallucinations? (1994)

Scatter (anthology, ITN Corporation, 1995)

Deco (ITN Corporation, 1996)

8

The Cabinet Of Dr Caligari (soundtrack, ITN Corporation, 1996)

Composite (anthology, ITN Corporation, 1997)

Asphalt (soundtrack, ITN Corporation, 1997)

5

Praha 1 (live, 1997)

Lingua (ITN Corporation, 1998)

7,5

Man With A Movie Camera (soundtrack, ITN Corporation, 1999)

5

Groundloop (ITN Corporation, 2000)

Exhibit (anthology, ITN Corporation, 2000)

8

Hindle Wakes (soundtrack, ITN Corporation, 2000)

Engel (ITN Corporation, 2001)

Cause + Effect (ITN Corporation, 2002)

Praxis (ITN Corporation, 2003)

6,5

A Page Of Madness (ITN Corporation, 2004)
Era (ITN Corporation, 2007)

6,5

The Passion of Joan of Arc (soundtrack, 2008)
Blind Sound (ITN Corporation, 2011)

7,5

1961 (ITN Corporation, 2018)7

LES JUMEAUX

Feathercut (ITN Corporation, 1996)

Cobalt (EFA, 1997)

Pietra miliare
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