Library Tapes

Sentimenti di un tempo perduto

intervista di Raffaello Russo

In coincidenza dell'uscita del quinto album del suo originario progetto Library Tapes, l'artista svedese David Wenngren racconta l'intensissimo quinquennio della sua attività, trascorso tra collaborazioni e denominazioni molteplici, e, nella nuova veste di responsabile dell'etichetta Auetic, getta uno sgaurdo sulle attuali modalità di fruizione e diffusione discografica.

Partiamo dall'inizio: qual è la tua formazione musicale? Come hai cominciato a suonare il pianoforte?

Ho iniziato a suonare molto tardi, più o meno quanto avevo ventidue anni, e un anno dopo mi sono avvicinato al piano, proprio quando ho formato Library Tapes insieme a Per Jardsell, e proprio usando il suo pianoforte.

In che modo è nata l'idea di applicare l'elettronica a composizioni pianistiche minimali?
Si è trattato di un processo spontaneo, dopo che Per ha abbandonato il progetto. Nel primo disco abbiamo lavorato soprattutto al computer e su field recordings ed era mia intenzione continuare quel tipo di esplorazione sonora in "Feeling For Something Lost".

Library Tapes è il tuo primo progetto, nel quale all'inizio eri accompagnato da Per Jardsell, dopo di che le vostre strade si sono separate. Cos'è cambiato da quando sei rimasto a produrre musica da solo?

Per ha lasciato Library Tapes durante le registrazioni di "Feelings For Something Lost" perché si è dovuto trasferire a Stoccolma per motivi di studio e quindi davvero non aveva più tempo da dedicare alla musica.

I lunghi titoli dei primi due dischi di Library Tapes delineavano un'atmosfera e un mood molto marcati. Era vostra intenzione voler esprimere quel tipo di sensazioni solitarie e negative? Ritieni che la tua musica abbia soltanto connotati depressivi oppure c'è spazio per frammenti di serenità e speranza?

Sia la musica che i titoli riflettono fedelmente le sensazione mie e di Per nel corso delle registrazioni di quei due dischi. Per quanto mi riguarda, il nuovo disco e i due precedenti presentano brani più ottimisti e pieni di speranza. Eppure ho letto delle recensioni che sostenevano che "A Summer Beneath The Trees" fosse un album triste. Non sono affatto d'accordo!

Dal piano-glitch dei primi dischi agli arrangiamenti più articolati, per esempio, di "A Summer Beneath The Trees" e ai pattern elettronici più sensibili degli ultimi dischi, come si è evoluto negli anni il tuo approccio alla composizione? Stai forse cercando qualcosa di diverso?

Credo che la maggior parte degli artisti, quando realizzano un nuovo disco, vogliano creare qualcosa di differente rispetto al precedente. È più interessante sia per l'artista che, ovviamente, per chi ne ascolta la musica.

Library Tapes, David Wenngren, Xeltrei, Forestflies, Le Lendemain, Murralin Lane... hai pubblicato dischi sotto denominazioni diverse: da cosa nasce l'esigenza di differenziare la musica che produci? In base a cosa scegli l'alias sotto il quale destinare una composizione?

Library Tapes è un progetto nel quale decido tutto quanto sarà destinato a far parte delle registrazioni, ma è anche un progetto che condivido con altre persone, ragion per cui non mi sentirei a mio agio a indentificarlo esclusivamente sotto il mio nome. Ho utilizzato l'alias Forestflies per un paio di cd-r frutto del mio lavoro solista, mentre quando stavo per pubblicare "Sleepless Nights" ho sentito che era giunto il momento per cominciare a usare il mio nome per la muica che creo da solo.

Xeltrei e Forestflies sono inattivi da un po': sono progetti interrotti o si può pensare che vengano ripresi?

No, non ci saranno più pubblicazioni a nome Xeltrei e Forestflies.

Anche se tutti i progetti sono riconducibili principalmente a te, non disdegni le collaborazioni con altri artisti. In particolare è molto interessante il tuo sodalizio con Danny Norbury, prima in Library Tapes e poi autonomamente in Le Lendemain. Come ti sei trovato a lavorare con lui?

Danny è una delle persone di maggior talento che abbia conosciuto. Adoro ogni cosa che ha realizzato, per cui è stato semplice lavorare insieme a lui. Si è trattato di una collaborazione completa, non semplicemente di aggiungere un violoncello ad alcune delle mie composizioni.

In generale, che esperienze hai tratto dalle altre collaborazioni? C'è qualche artista con cui ti piacerebbe lavorare in futuro?

Lavorando con altri musicisti validi si impara sempre qualcosa e si possono trarre importanti ispirazioni. Adesso sto lavorando su un paio di progetti con artisti che apprezzo molto; ce ne sarebbero tanti con i quali mi piacerebbe collaborare, sarebbe difficile sceglierne uno solo.

L'unico problema delle collaborazioni con artisti importanti è che in genere hanno sempre moltissimi impegni.


Pianoforte e archi nelle tue composizioni si sposano con l'elettronica: due mondi in apparenza distanti che si incontrano. Cosa pensi in genere della tecnologia applicata alla musica?

Credo che l'unione di elementi diversi possa produrre risultati davvero interessanti. È fondamentale sperimentare nuove cose e cercare di allargare i propri orizzonti.

Cosa pensi della definizione "modern classical"? Ritieni possa adattarsi alla tua musica?
Non saprei. Penso di sì. In realtà, non sono molto interessato a porre un'etichetta su ciò che faccio e del resto per gran parte della musica più interessante in circolazione è difficilmente identificabile sotto un'unica definizione di genere. E comunque anche se classificare la mia musica come "modern classical" non sarebbe del tutto errato, non mi sento nemmeno di dire che sia del tutto corretto.


I tuoi ascolti attuali sono in prevalenza indirizzati verso le produzioni che solitamente vengono ricomprese in quella definizione o ti piace spaziare tra stili e generi diversi? Quali sono gli artisti contemporanei che apprezzi di più?

Ascolto un sacco di generi diversi, perché mi annoierei profondamente ad ascoltare solo un tipo di musica. Quanto ad artisti contemporanei che apprezzo... Julianna Barwick è tra quelli che al momento mi piacciono di più.

Qual è il tuo stato d'animo ideale per comporre? Dipende dalle tue emozioni momentanee, oppure i tuoi brani nascono in maniera più studiata?

Dipende dai periodi: ci sono momenti in cui mi sento particolarmente ispirato, durante i quali tendo a creare un sacco di musica, mentre può passare anche un mese o due nel corso dei quali non riesco a produrre nulla di nuovo.

Di solito scrivi, componi e registri tutto da solo. Che differenza c'è rispetto a registrare in studio o avere un produttore?

La cosa più bella è la libertà di poter registrare ogni volta che ne ho voglia. Credo di essere più aperto a provare nuove cose e a sperimentare soluzioni diverse nella tranquillità della mia casa rispetto a quel che sarei in uno studio con un produttore. Penso però che possa dipendere anche dalle persone con cui lavoro.

Sei un artista molto prolifico, al pari di molti altri operanti in territori elettronici e sperimentali. Da cosa nasce la tua urgenza espressiva? E, in generale, ritieni che la maggiore mole di produzioni da parte di chi fa questo tipo di musica dipenda dal fatto che sia più "facile" da concepire e realizzare rispetto, ad esempio, a un disco di "canzoni"?

Non so da cosa dipenda, è semplicemente qualcosa che sento il bisogno di fare, senza pensarci troppo. 
Un album non è difficile da realizzare per nessuno e può essere completato in maniera molto rapida. Invece fare un grande album è un'impresa difficile per chiunque, in qualsiasi tipo di genere, e normalmente richiede un tempo più lungo. Ovviamente ci sono delle eccezioni, sia per chi fa modern classical sia per chi fa musica pop.

A proposito di "canzoni", il disco di Murralin Lane è il tuo primo nel quale è presente l'elemento vocale, peraltro perfettamente compenetrato con le atmosfere. Ci racconti com'è nata l'idea di realizzarlo e come ti sei trovato con la scrittura di testi? Pensi che continuerai su questa strada?

Non ho scritto io le parole per le canzioni comprese nell'album di Murralin Lane, ma se ne è occupata Ylva Wiklund. Mi auguro che possiamo realizzare altri album insieme, perché è stato davvero divertente lavorare su qualcosa di così diverso dal resto della mia musica.

Oltre a essere artista attivissimo, da qualche tempo hai anche creato una tua personale etichetta discografica, Auetic. Da cosa nasce l'esigenza di dar vita a un'iniziativa del genere in un difficile per il mercato discografico come quello attuale?

Per me è fondamentale avere una mia etichetta, visto che sto cercando di vivere facendo musica. Avere una propria etichetta significa un po' di lavoro in più, ma anche qualche soldo in più se si è in grado di vendere i propri dischi.

Sono molto curioso di vedere le vendite del nuovo disco (autofinanziato tramite sottoscrizioni anticipate, n.d.r.). La gente dovrebbe ricominciare a pagare per la musica che ascolta. Il download illegale non colpisce soltanto le major, come molti pensano, ma anche le etichette più piccoli e artisti come me e molti miei amici.  


Particolarmente interessante è il fatto che per il nuovo album di Library Tapes, pubblicato su Auetic, abbia chiesto un contributo anticipato a chi lo avrebbe in seguito acquistato, con tanto di bonus e citazione sul disco di coloro che lo hanno finanziato. Hai avuto riscontri positivi all'iniziativa? Pensi possa essere una modalità praticabile per sostenere la produzione discografica?

Non è poi una cosa così strana. Si è trattato di una specie di lunghissimo pre-order: sapevo che avrei realizzato il disco, ma non sapevo quando. Ho cominciato a ricevere i primi ordini ad aprile e l'album viene pubblicato ufficialmente il 18 ottobre, quindi chi ha aderito alla sottoscrizione ha dovuto attendere circa sei mesi per avere la propria copia. Sono stato derubato di una somma considerevole mentre ero in tour ad aprile, per cui sono stato quasi costretto a muovermi in questo modo per finanziare il disco, che ho pubblicato appunto sulla mia etichetta.

Hai offerto un'anticipazione del tuo nuovo "Like Green Grass Against A Blue Sky" sotto forma di un brano in download gratuito per la nostra raccolta di brani inediti OndaDrops Vol.2. Cosa pensi dell'attuale modo di fruizione e diffusione della musica? E come ritieni che su di esso abbia influito la diffusione del download?

Internet è un grande veicolo di promozione e diffusione della musica, ma come ho già detto il download illegale adesso sta colpendo gli artisti in maniera significativa. In questo, qualcosa deve cambiare.

"Like Grass Straws Against A Blue Sky" esce a quasi due anni di distanza dall'ultimo album a nome Library Tapes: ti va di presentare l'album e spiegare come mai ha richiesto un periodo di lavorazione più lungo del solito?

Mi sono voluto prendere molto tempo per quest'album, così da essere in grado di raccogliervi le migliori composizioni possibili. Anche se lo scorso anno ho pubblicato un sacco di altro materiale, tra il mio disco solista, quello di Le Lendemain e anche le ristampe dei primi due dischi di Library Tapes sulla mia etichetta, così come la pubblicazione del disco di Annelies Monseré.

Infine, cosa possiamo aspettarci da te in futuro e cosa ti aspetti tu dalla musica?

Spero di poter essere a lungo in tour con Library Tapes e Murralin Lane. Sono sicuro che il prossimo anno sarà ancora più impegnativo di quest'ultimo, con vari album collaborativi e forse soltanto una o due mie pubblicazioni.

(17/10/2010)

Discografia

LIBRARY TAPES
Alone In The Bright Lights Of A Shattered Life (Resonant, 2005)
Feelings For Something Lost (Resonant, 2006)
Höstluft (Make Mine Music, 2007)
Sketches (Make Mine Music, 2007)
Fragment(Kning Disk, 2008)
A Summer Beneath The Trees (Make Mine Music, 2008)
En Viskning (Self Released, 2009)
Like Green Grass Against A Blue Sky (Auetic, 2010)
Sun Peeking Through (Auetic, 2012)
Escapism (Auetic, 2016)
Library Tapes Summer Songs Ep (1631 Recordings, 2020)
XELTREI
Litotes (Symbolic Interaction, 2007)
FORESTFLIES
Structure/Chaos (Auetic, 2008)
DAVID WENNGREN
Sleepless Nights (Auetic, 2009)
LE LENDEMAIN
Fires (Home Normal, 2009)
MURRALIN LAIN
Our House Is On The Wall (12k, 2010)
Pietra miliare
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