Lasciatosi alle spalle un anno e mezzo costellato dall’intrapresa di numerosi nuovi progetti (Xeltrei, Forestflies, Le Lendemain, nonché la neonata etichetta Auetic), l’attivissimo David Wenngren riprende le fila della sua creatura artistica originaria e principale, sviluppando compiutamente in questo quarto lavoro le aperture compositive e strumentali già riscontrabili nei brevi “Sketches”.
A fronte di un’impronta stilistica ormai consolidata, in “A Summer Beneath The Trees” Wenngren conferma la volontà di costruire qualcosa di più articolato sulla consueta base di minimalismo pianistico: non solo piano-glitch, dunque, ma un’impostazione decisamente più ricca che, grazie al contributo del violoncellista Danny Norbury, già presente in “Sketches”, e a quello finora inedito del polistrumentista Peter Broderick (artista versatile e anch’egli estremamente prolifico), trasforma definitivamente Library Tapes da alias solitario a vera e propria band, o meglio a ensemble da camera impegnato a instillare corpose componenti romantiche su un substrato al solito costituito dal parsimonioso dosaggio di scarne note pianistiche.
In tutto ciò, anche le componenti elettroniche si ritraggono a semplice contorno, tenue elemento di disturbo e trait d’union con le opere passate, spesso fino a scomparire del tutto, testimoniando così l’autosufficienza delle trame pianistiche che, una volta trovato un accompagnamento reale, possono fare quasi del tutto a meno del corollario, in precedenza esclusivo, di field recordings e granulosi frammenti glitch. L’elettronica continua tuttavia a rivestire un ruolo in molte delle composizioni di Wenngren, soltanto che il maggior margine compositivo consentitogli dai musicisti che lo accompagnano sembra indurlo a trasformarne in parte l’utilizzo, adesso non soltanto sotto forma di periferici e tenui crepitii, ma anche diluito in accenni ambientali cui gli archi aggiungono spessore notturno.
È questo il caso soprattutto delle due parti di “The Sound Of Emptiness”, della title track e di “The Fragile Tide”, brani concisi ed essenziali che ricalcano le consuete increspature elettroniche, dissolvendole però in contesti più piani e dilatati, oppure disponendole secondo uno stile incrementale che, a ben vedere, costituisce una delle principali novità di “A Summer Beneath The Trees”, come traspare proprio dal suo brano meglio riuscito, “Pieces Of Us Were Left On The Tracks...”, costruito a partire da note pianistiche mai così arrotondate e incorniciate da archi che prima crescono con gradualità in una marea di soffusa solennità e infine sfociano nell’intenso romanticismo di un’apertura armonica da piccola orchestra da camera.
Oltre al generalizzato senso di maggior linearità armonica, consentito dalla varietà strumentale, il lavoro si caratterizza altresì – fin dal suo titolo – per l’inedita solarità che connota brani come “Above The Flood” e “The Modest Triumph”, ove leggiadre melodie d’archi disegnano un movimento costante e piacevole, sul quale si svolge il progressivo innesto di elementi dalle aderenze sempre più neoclassiche. Benché, infatti, lungo i poco meno di quaranta minuti di “A Summer Beneath The Trees”, permangano tracce delle sensazioni umbratili che hanno sempre costituito il fulcro delle composizioni dell’artista svedese, l’album segna senz’altro un passaggio evolutivo, tendente con decisione verso un arioso classicismo, reso possibile proprio dall’apporto di valenti collaboratori e dalle loro eccelse doti esecutive. Può insomma dirsi che, dal vuoto pneumatico dei frammenti ambientali alle floreali piéce cameristiche, il lavoro segna un nuovo inizio per Library Tapes, proseguendo al contempo il percorso di Wenngren verso un ampliamento di orizzonti che contempla un sensibile ispessimento delle sue trame sonore minimali.
30/10/2008