Water From Your Eyes

Verso la maturità, un caffè alla volta

intervista di Martina Vetrugno

Abbiamo raggiunto i Water From Your Eyes in occasione del promo day per l'uscita del loro nuovo album "Everyone's Crushed" in una calda mattinata in quel di Milano. Al nostro arrivo Rachel Brown e Nate Amos stanno terminando una lunga intervista al telefono nella hall dell'Hotel Galles in grande tranquillità, quel genere di quiete che metterebbe a proprio agio chiunque. Abbiamo scambiato due chiacchiere sulla loro opera, un po' di curiosità, e fatto qualche accenno sul futuro, nota dolente, squarciando il velo di timidezza che avvolgeva tutti e tre con qualche risata.

 

Ciao ragazzi, "Everyone's Crushed" sta andando molto bene. Come vi sentite a riguardo e come sta andando il tour?
R: Davvero grata. Voglio dire, mi sento così fortunata che le persone abbiano risposto così bene. È decisamente meglio di quanto mi aspettassi, non che pensassi che sarebbe risultato fastidioso, ma non credevo che potesse essere così positivamente desiderabile. Grazie mille.

 

N: Sì, è una bella sorpresa. Le persone sembrano meno confuse di quanto pensassi. Di fatto, abbiamo finito l’album, ed è stato tipo “ok, guarda cosa succede”. È una specie di massa folle. (ride)

 

"Everyone's Crushed" è anche il vostro primo album con la Matador Records. Come è arrivata la firma con la label?
R: Un giorno il nostro manager ci ha chiesto di prendere un caffè, e così abbiamo preso il caffè, e poi l'abbiamo preso di nuovo, e poi…
N:
Abbiamo continuato a prendere il caffè... (ride)
R: Sì, ci è voluto molto tempo, ci sono voluti sette mesi prima che riuscissimo finalmente a firmare. È un po' come un'etichetta da sogno, credo. Come se fossi tra coloro che preferirei tra tutti. Quindi, non lo so, in un certo senso sembra ancora un sogno...
N:
È vero.

Per voi questo è una sorta di nuovo debutto più corale e collaborativo. È cambiato qualcosa nel vostro modo di lavorare rispetto al passato?
N: Penso che a questo punto abbiamo davvero capito il nostro sistema per creare musica. Non ci siamo davvero seduti e abbiamo cambiato il processo. Penso che siamo solo diventati più a nostro agio con la personalità, la band e il modo in cui le nostre due personalità si inseriscono in essa. Quindi abbiamo fatto qualcosa in meno dal punto di vista delle nostre skill in particolare, ed è più che altro molto simile a entrambi fin dall'inizio. Mi sento come se fosse il lavoro più riflessivo per noi in quanto persone.

 

La traccia di apertura "Structure" funge da ponte con la vostra produzione passata o è solo una coincidenza?
R: È un preludio e non voleva essere un preludio...
N: Non volevamo chiamarla “intro”.
R:
Sì, è come se “Structure” (l'album del 2021) preludesse a "Everyone's Crushed". (ride) Ci ho pensato ardentemente, non saprei...
N: Ho pensato che fosse davvero divertente. (ride) Sai, in un modo strano e in molti sensi, è quasi come se un rituale avesse suggerito che mancava. È come dire “ok, questo è quello che sarà”.

Nel tempo avete sperimentato in molte direzioni in termini di sonorità. Ascoltavate qualcosa in particolare mentre stavate lavorando a questo disco?
N:Ascoltavamo moltissimo i Ween e anche Ben Johnston, il compositore moderno. C’era anche altro, ma quelle erano davvero le due cose principali.

Quale brano dell'opera ritenete più importante e sentite più vostro, e perché?
N: Penso che sia diverso per ognuno di noi. Per me è la title track, proprio perché è stata realizzata in un momento davvero difficile per me. Gran parte di questo album è stato realizzato quando stavo cercando di diventare sobrio e stavo lottando. Nel momento in cui segui questa sostanza ne fai una scelta. Questo è tutto, è stato un momento particolarmente vulnerabile, quindi per me è il più personale.
R: Penso che il mio sia probabilmente "True Life", perché aspira a una resa in stile "Short Skirt/Long Jacket" dei Cake. È venuto molto naturale e ho parlato di temi diversi come la politica... Sento che è davvero divertente. Nessun altro brano è stato così divertente da realizzare e mi è sembrato il più facile.

"Remember Not My Name" mi ha intrigata molto. Mi ricorda qualcosa in direzione trip-hop. Com'è nata questa canzone?
N: Non ricordo davvero come sia nata la musica, ma comunque sia successo, all'improvviso la parte strumentale era lì, avevo alcune idee per la voce e solo per gli amici che "non ricordano il mio nome", che in un certo senso è molto divertente. "Vittoriano", qualcosa come il melodrammatico "Orgoglio e Pregiudizio" (ride).
R: O "Bridgertone". Abbiamo finito per fare un'unica canzone sdolcinata.
N: Quindi non possiamo semplicemente raddoppiare.
R: È molto sdolcinata, dolce, quasi fino al disgusto...
N: Sì. Per me questa è la canzone che richiama di più i Ween, in assoluto, soprattutto la parte con gli accordi morbidi di chitarra: la parte strumentale suona come una caramella gommosa alla frutta.

 

Ho visto i video dei singoli pubblicati, quello di "14" è il mio preferito, e proprio quella traccia è stata pensata per una performance visuale. Quanto è importante per voi la parte visuale in un lavoro come "Everyone's Crushed"?
N: Gran parte di questo progetto inizia in un luogo visivo e per lo più si svolge grazie alle immagini, entra nella musica, e poi Rachel la interpreta e crea la parte visuale.
R: Sì, molti dei video sono così cinematografici. Volevo che fosse una sorta di sottolineatura, immagino. Sono andata a scuola di cinema, ho studiato cinema. Quindi per me i video musicali sono davvero importanti, ovviamente per le emozioni. Le immagini si collegano alle emozioni della canzone, non necessariamente in presa diretta come avrei voluto, ma comunque mi ci ritrovo molto. Penso che questo sia il primo album in cui l'aspetto visivo è davvero importante, ma è anche il primo album in cui avevamo un budget. Quindi... (ride)

C'è un artista o una band con cui vi piacerebbe collaborare in futuro?
N: I Red Hot Chili Peppers, sicuramente.
R: Yeah!

Vi chiedo un film e un album rilevanti per voi.
N: Mmm… Un album… "Climate Of Hunter" di Scott Walker. Un film… "Il Mistero dei Templari" (ride).
R: Questa è buona! Per l’album direi "American Water" dei Silver Jews e il film "Chungking Express" di Wong Kar-Wai.

 

Uno dei principali temi dell'album riguarda il sentirsi in trappola. Qual è la prima cosa che vi viene in mente quando pensate al futuro?
R: Dipende dal giorno. A volte mi sento molto più ottimista, a volte mi sento molto più pessimista. Dipende da quello che vedo, da quello che succede... E oggi non mi sento particolarmente ottimista, visto che il mondo sta bruciando. Noto che non penso davvero al futuro, piuttosto a quante altre volte alla fine della giornata ne riesce a risultare sempre qualcosa di bello.
N: Mi sarebbe davvero piaciuto rimanere a casa in certi giorni.

 

Questo è tutto ragazzi, grazie per il vostro tempo e mi auguro di rivedervi presto per una data in Italia!
N & R: Grazie mille a voi!

Discografia

Long Days, No Dreams(Sooper, 2017)
All A Dance(Exploding In Sound, 2018)
Somebody's Else Song(Exploding In Sound, 2019)
Structure(Wharf Cat, 2021)
Everyone's Crushed(Matador, 2023)7.5
Pietra miliare
Consigliato da OR

Streaming

Barley
(
da Everyone's Crushed, 2023)
True Life
(da Everyone's Crushed, 2023)
14
(da Everyone's Crushed, 2023)
Structure
(da Everyone's Crushed, 2023)
Open
(da Everyone's Crushed, 2023)

Water From Your Eyes su Ondarock

Vai alla scheda artista

Water From Your Eyes sul web

Sito ufficiale
Facebook
Instagram
Testi