Daniela Pes

Daniela Pes

Il suono delle parole

di Cristiano Orlando

La notizia della pubblicazione di un nuovo disco da parte della Tanca Records, l’etichetta fondata e diretta da Jacopo Incani aka Iosonouncane, aveva innescato la fiammella che brilla quando tira aria di novità, quel pensiero posto tra sorpresa e curiosità che accompagna ogni forma artistica che travalica gli schemi più conformi.

Spira è il titolo dell’album d’esordio di Daniela Pes, nata in Gallura nel 1992, cantautrice, musicista e compositrice di musica elettronica con una formazione jazzistica alle spalle, fattore che le ha consentito di crescere artisticamente in assoluta libertà. Un’emancipazione che nelle sette tracce che compongono quest’eccellente opera prima si palesa dietro ogni piccolo dettaglio e sovrintende tutte le idee che si avvicendano lungo l’atipico percorso. A cominciare dall’utilizzo della voce, che si dichiara sempre essere un vero e proprio strumento tra gli strumenti; una definizione che trova conferma nel lavoro compiuto dall'artista sarda, inconsueta, magnetica, profonda, quando necessario anche spigolosa.
Questa peculiare vocalità va a unirsi a testi composti dalla stessa Pes in una lingua inesistente, formata da antichi lemmi galluresi, da brandelli di vocaboli italiani e da altri completamente inventati, armoniosamente ricondotti in un organismo affrancato dalla volontà di comunicare un pensiero vero e proprio, ma con il solo obiettivo di formare un suono che funga da inno, quasi religioso, inespugnabile con la ragione e accessibile solo con l’immaginazione, con l’emozione.
Il complesso lavoro della Pes si muove con grande fluidità tra raffinata e nebbiosa elettronica, dai ritmi talvolta più sostenuti (“Illa Sera” e “Laira”), che richiamano le dilatate trame della kosmische musik (“Ora”) oppure la drone music e le avanguardie sperimentali del primo Battiato (“Ca Mira”); situazioni stilistiche che vanno a fondersi nella semi-suite “A te sola”, dove negli oltre dieci minuti di durata sono toccate tutte le sfaccettature della sinuosa creatività di Daniela, qui screziata da colte fragranze acustiche ed etniche che tendono ad ampliare ulteriormente lo scenario inventivo e a completare il livello d’intensità dell’intero lavoro.
Tra i momenti più toccanti si staglia senza dubbio “Arca”, una nave spaziale che tra dilatate svisate sintetiche e le sacrali onde emanate dall’organo, accompagna l’ascoltatore verso mondi inimmaginabili, siderali, che sembrano accogliere con grazia e benaugurante ospitalità chi pare attanagliato da mille dubbi nell’epoca corrente.
“Carme” era stato rilasciato qualche settimana prima dell’uscita dell’album, un brano che fluttua come una corrente fiabesca avviluppata a ogni frammento dell’etere. Nata da un accordo di chitarra poi trasformato in un arpeggio di sintetizzatore, la composizione rappresenta impeccabilmente l’onirica percezione che la musica dell'artista di Tempio Pausania è in grado di esprimere, un composito impenetrabile, solenne, ipnotico, dall’alto gradiente poetico e bucolico, in costante riferimento al termine utilizzato come identificativo nel titolo.

Iosonouncane non si è solo occupato di pubblicare quest’affascinante esordio per la propria etichetta, ma ne è anche il produttore, il coautore delle musiche di un paio di episodi e alla cabina di comando, congiuntamente alla virtuosa Pes, di sintetizzatori, elettronica, sampling, drum machines, basso e chitarra. 
La sua presenza, che traspare assoluta tra i solchi, non fa altro che accrescere la profondità stilistica di questo lavoro multiforme, zeppo di ricongiungimenti tra mondi primitivi con l’era contemporanea, trampolino per una concezione esoterica del messaggio che la musica può diffondere oggi, senza dimenticare le proprie radici, ma cercando nuovi sbocchi, coraggiosi perlopiù, dove far sbarcare la nostra storia.
Spira è il disco di debutto di un’artista d’invidiabile talento, temeraria nel mostrarlo in una modalità inusuale e per questo ancor più lodevole: tradizione, avanguardia e ricerca, non solo linguistico-espressiva, combinate con costrutto, senza apparenti segni di fragilità o di scelte casuali, tutti ingredienti che contraddistinguono in pieno Daniela Pes, una ragazza tremendamente giovane con idee chiarissime e visionarie, regalate al prossimo all’interno di una delle proposte più sorprendenti emerse in questa prima parte di 2023, non solo nel panorama italiano.

E la critica fa presto ad accorgersene, assegnandole la Targa Tenco 2023 per la Migliore opera prima e aprendole le porte a una serie di festival e incursioni radiofoniche e televisive.