18/07/2015

Muse

Postepay Rock In Roma, Roma


I Muse sono una delle band più importanti e seguite al mondo, in grado di ripetere sold-out a raffica anche tornando nella stessa città dopo soltanto un paio d'anni.
A soli 24 mesi dall’apparizione allo Stadio Olimpico, che fruttò anche un Dvd ufficiale, il trio guidato da Matt Bellamy ritorna nella città eterna a dar lustro all’edizione 2015 del Postepay Rock In Roma, unica data italiana per questo tour.

Rispetto a due anni fa la scaletta ci guadagna in qualità, visto che le canzoni del nuovo “Drones” sono maggiormente interessanti a aggressive rispetto a quelle che popolavano il più modesto “The Second Law”, ma risulta davvero troppo risicata, composta soltanto da sedici pezzi (dei diciotto elencati, va considerato che “Interlude” e “Munich Jam” sono brevi intermezzi strumentali).
Il materiale più recente è concentrato nella prima parte dello show, dove le efficaci “Psycho”, “The Handler” e “Dead Inside” vengono alternate a superclassici del calibro di “Supermassive Black Hole” e “Plug In Baby”, come al solito il brano più emozionante della serata, in particolare quando Bellamy nel secondo ritornello lascia che sia il pubblico a cantare all’unisono.

I Muse realizzano lo spettacolo quasi perfetto, in grado di piacere sia agli amanti del rock alternativo, sia a coloro che seguono il pop radiofonico, un gruppo che sa picchiare duro (“Hysteria”), ma anche regalare meravigliosi sprazzi melodici, come nel bel mezzo di "Citizen Erased", quando il leader si siede al pianoforte, emozionando la platea.
“Starlight” e “Time Is Running Out” arrivano dopo appena un’ora di esibizione, ed è l’avvisaglia che troppo presto il concerto sta già volgendo al termine. E infatti la successiva “Reapers” chiude la prima parte dello show, meno spettacolare ma più concreto rispetto ai tour più recenti. Giusto un paio di minuti e i Muse rientrano per suonare “Madness”, la nuova “Mercy” e “Knights Of Cydonia”, altro pezzo di storia amatissimo dal pubblico.

Tutto bellissimo, ma tutto brevissimo, e sono in molti ad abbandonare l’arena con un pizzico di dispiacere, ma con la consapevolezza di aver assistito a un concerto di grande spessore, sia per la tecnica espressa dal trio inglese, sia per la qualità delle canzoni proposte.
E poi tutti insieme abbiamo potuto constatare la nascita di un nuovo astro musicale, quei Nothing But Thieves (dei Muse in erba che faranno presto parlare di sé) ai quali è stata affidata l’apertura del concerto, snocciolando una decina di tracce più che convincenti, persino quando hanno deciso di personalizzare un brano intoccabile come “Immigrant Song”, e sono stati applausi sinceri. Grande band e grande cantante (Conor Mason). Al momento hanno in carniere appena qualche singolo. Il loro omonimo album d’esordio sarà pubblicato il prossimo ottobre, prendete nota...

Setlist

Setlist Muse

Psycho
Supermassive Black Hole
The Handler
Plug In Baby
Uprising
Dead Inside
Interlude
Hysteria
Munich Jam
Citizen Erased
Apocalypse Please
Supremacy
Starlight
Time Is Running Out
Reapers

…. ….
Madness
Mercy
Knights Of Cydonia

Setlist Nothing But Thieves


Itch

Hostage

Trip Switch

Painkiller

Excuse Me

Immigrant Song

If I Get High

Graveyard Whistling

Wake Up Call

Ban All The Music

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