Sembrano i primi accenni di un autunno alle porte, quelli che soffiano sul giardino di Villa Fabri in questa fresca serata di fine agosto. Cornice e condizioni meteorologiche perfette per lo show dei The Comet Is Coming, trio londinese reduce dalla recentissima performance al Todays Festival, 600 km più a nord di Trevi.
Oggi il palco su cui portano la loro musica è quello del Synthonia, rassegna itinerante organizzata da Dancity, che in questa estate di restrizioni e compromessi è riuscita comunque a propagare le sue frequenze sonore lungo la dorsale appenninica umbro-marchigiana.
Un batterista, un tastierista e un sassofonista. Sembra poco eppure è tanto, maledettamente e non stranamente tanto, visto che Dan Leavers - per i più affezionati "Danalogue The Conqueror" - schianta sulla terra e sul pubblico di Trevi muri sonori pesanti come monoliti, che solo il fiato di Shabaka Hutchins, detto The King, sembra in grado di scalfire. Se non è il Re l'anima del gruppo, quantomeno è il suo lato melodico.
La scaletta di Trevi ripercorre principalmente l’ultimo “Trust In The Lifeforce Of The Deep Mystery”, che qualcuno ha addirittura incluso tra i migliori album jazz dell’ultima decade. Che il trio faccia jazz o qualsiasi altro genere musicale ha davvero ben poca importanza, perché dal vivo, così come in studio, la musica The Comet Is Coming non traccia confini apparenti.
Durante il concerto la batteria di Max Hallett riempie le colline umbre di ritmi nevrotici, a tratti fusion a tratti math-rock, mentre i fraseggi di The King rievocano il jazz libero di Sun Ra e l’amore supremo e ancestrale di John Coltrane.
Nella suggestiva terrazza di Villa Fabri sembrano tutti rapiti. Davanti a loro, il palco del Synthonia, tutto intorno le docili colline trevane colme di olivi che fra un paio di mesi daranno i loro frutti. Alcuni ascoltano affascinati, altri accennano un ballo - sebbene sempre a debita e rispettosa distanza - perché è difficile rimanere fermi con la musica del trio.
“Grazie per averci fatto suonare davanti a questa splendida vista”, dice Leavers al pubblico dopo aver suonato “Summon The Fire”. Guardandosi attorno non si può certo dargli torto.
(Foto di Luca Trubbianelli)