"La parola
krautrock - ormai di uso comune, perciò inutile cercarne altre per esprimere meno efficacemente il concetto di musica tedesca “allargata” - è stata spesso distorta dai media mainstream - spiega Bellachioma - Noi cerchiamo di maneggiarla con cura e attenzione, sospetto e amore. Nell’universo multiforme del 'nostro' krautrock ci inseriamo
prog, sinfonico o di confine, elettronica, jazz rock, folk, avanguardia,
psichedelia, pulsazioni world music e le storie che hanno reso incredibili gli anni dal 1969 al 1979… quando la Germania si divideva ancora in Est e Ovest con il Muro dal 1961 a separare Berlino in due mondi distanti anni luce. Artisti non solo tedeschi ma confinanti culturalmente e vicini per affinità musicali. Partiamo da Karlheinz Stockhausen (Holger Czukay e Irmin Schmidt dei
Can furono suoi allievi… il secondo dice del Maestro: 'Per lui la musica era qualcosa di sacro, come andare a messa per un credente'), parliamo di Rolf-Ulrich Kaiser e delle sue etichette Ohr in primis, rispolveriamo due interviste con Michael Rother (
Neu! e Harmonia) e la coppia Peter Baumann/Edgar Froese (
Tangerine Dream), poi 80 recensioni (una per pagina) e l’alfabeto del
krautrock con quasi 500 album per approfondire il tema, oltre a una mole notevole di immagini (foto, copertine, manifesti, etichette ecc.). Un grazie particolare a Carlo Camilloni, senza il suo aiuto avrei faticato a terminare questo Speciale Krautrock come se avessi dovuto trascorrere due anni in una miniera di carbone".
Guido Bellachioma è direttore di "Prog Italia", il periodico fondato nel 2015 come versione italiana della rivista inglese Prog. Dal 1980 al 1982, ha condotto una trasmissione su Punto Radio, intitolata "Deutschland Rock". Da allora, ha continuato a trasmettere krautrock in tutte le radio che ha frequentato, anche nel 2024 su Radio Centro Idea durante "Progressivamente".