Negli anni in cui il rock era permeato dall'euforia pacifista, Lou Reed e i Velvet Underground proponevano un'estetica urbana nuda e cruda. Da allora, la musica dell'artista newyorkese, scomparso nel 2013, continua a esercitare la sua influenza pervasiva sul rock moderno. Per ricordarlo, Rai5 giovedì 29 agosto alle 00,35 manda in onda il docu-film sul concerto di Lou Reed del 1983. "A Night With Lou Reed", diretto da Clark Santee, cattura il Rock'n'Roll Animal dal vivo, nel corso dello stesso tour dell'album "Live in Italy", uscito l'anno successivo. Il documentario è un'intima fotografia della performance sold-out di Reed al Bottom Line di New York nel 1983. Per il cantautore statunitense, la cui carriera iniziò nel Greenwich Village quando fondò i Velvet Underground, questo concerto rappresentò una sorta di ritorno a casa.
Nella scaletta del concerto, alcuni dei classici di sempre del rocker newyorkese, tra i quali "Sweet Jane", "I'm Waiting For the Man", "Walk On The Wild Side", "Kill Your Sons", "Satellite of Love" e la velvettiana "White Light/White Heat". Qui sotto l'esecuzione di "Walk On The Wilde Side".
"Negli anni in cui il rock era permeato dall'euforia pacifista, Lou Reed e i Velvet Underground proponevano un'estetica urbana nuda e cruda - sottolinea la nota ufficiale del docu-film - Da allora, la musica di Lou Reed continua a esercitare la sua influenza pervasiva sul rock moderno. Con le sue storie di ordinaria follia urbana, Reed ha raccontato l'altra faccia dell'America. Con i Velvet Underground ha praticamente inventato il rock decadente. E da solista ha continuato a sperimentare nuove forme di interazione tra poesia e musica, assurgendo padrino della new wave e consacrandosi "New York city man" per antonomasia. Un "rock'n'roll animal" che si è immolato per sempre a quel "potere oscuro che può cambiarti la vita". Provato da svariati problemi di salute, che lo hanno portato a dover subire un trapianto di fegato e a essere ricoverato più volte in ospedale, Lou Reed è morto a New York il 27 ottobre 2013, lasciando all'universo rock un vuoto enorme e un'eredità preziosa. La moglie Laurie Anderson lo ricorderà con queste parole: "La settimana scorsa avevo promesso a Lou di portarlo fuori dall’ospedale e andare a casa, a Springs. E l’abbiamo fatto! Lou era un maestro di Tai Chi e ha passato i suoi ultimi giorni qui, felice e abbagliato dalla bellezza, e dalla forza, e dalla dolcezza della natura. È morto domenica mattina guardando gli alberi e facendo la famosa posizione 21 del Tai Chi, con le sue mani da musicista che si muovevano nell’aria. Lou era un principe e un combattente e io so che le sue canzoni sul dolore e la bellezza del mondo riempiranno molte persone dell’incredibile gioia che lui aveva per la vita. Lunga vita alla bellezza che scende, attraversa e si impadronisce di tutti noi. Laurie Anderson moglie innamorata e amica eterna".