Dopo il grande successo ottenuto al Festival di Sanremo 2025, dove ha conquistato il secondo posto con "Volevo essere un duro", Lucio Corsi ha annunciato due nuovi concerti estivi in location di grande rilievo, dopo una serie di date primaverili andate sold-out. Corsi si esibirà sabato 21 giugno all'Ippodromo delle Capannelle di Roma per il Rock in Roma e domenica 7 settembre all'Ippodromo Snai San Siro di Milano nell’ambito del Milano Summer Festival. "Siamo a cavallo!", ha scritto il cantautore nel suo annuncio, confermando che i biglietti per i due eventi sono già disponibili. Guarda qui sotto il videoclip ufficiale di "Volevo essere un duro".
Intanto, il 21 marzo uscirà il suo nuovo album, "Volevo essere un duro". "È un disco che racconta d’infanzia, amicizia e amore", spiega Corsi nel comunicato stampa. "Un album di fantasia ma con i piedi ben piantati a terra. Ho cercato il sogno non fuggendo nel cielo, ma strisciando sui marciapiedi, passando sotto i tavoli da pranzo o nascondendomi negli armadi". Nel disco si intrecciano ricordi personali e storie di altri, dando vita a una galleria di personaggi vividi e particolari: da Rocco, il bullo delle scuole medie, al Re del rave, figura romantica e sgangherata, fino a Francis Delacroix, "un grande amico... forse immaginario, ma poco importa".
L'ultimo album pubblicato da Lucio Corsi, “La gente che sogna”, è usciito nel 2023. Nove canzoni “dentro la radio” per un album che nulla stravolge al cospetto dell’immediato passato, ma che ha il dono del sogno ostinato. L’irriconoscibile E.T. di “Astronave Giradisco” è l’immagine che meglio si staglia lungo l’apparente stagno. Musicalmente siamo dalle parti di un Bowie in libera uscita sui colli fiorentini. Dunque “Il satellite d’amore di Lou Reed” vola alt(in)o, prima che “Magia nera” paghi qualche ovvietà di troppo rincorrendo “Suffragette City” senza troppo sfiorarla. La citazione (?) del conte Dracula di Carletto il principe dei mostri, ovvero Fujiko Fujio, cambia però le cose e chiama a raccolta gli amanti dei manga d’altri tempi. E tanto basta. Lucio Corsi gioca con le parole come un bambino mentre fantastica sul piccolo mondo che c’è in casa. Ma sa che è alla fine è “necessario un incubo per risvegliarsi con sollievo” (“La gente che sogna”). E che “tutti volevano arrivare lì, nel mondo senza difetti, dove gli umani erano gli unici assenti, dove le statue camminavano per stare al passo coi tempi” (“Astronave Giradisco”). E allora tutto torna. Perché “La gente che sogna” è, all’inizio e alla fine della fiera, una bella chimera. Un castello in aria "arredato" mentre le dita accarezzano i poster di Bowie appesi per sempre in cameretta. E ancora uomini tristi “dentro casa, con il cuore a pezzi, nel buio di una miniera” (“Orme”). Il cantastorie toscano ormai sa cosa vuol fare da grande e torna con un quarto disco tutto pancia e anima, mentre in copertina c’è una nuova ballerina, dipinta per lui ancora una volta da mamma Nicoletta. Glam, revival, l’uomo che cadde sulla Maremma: si può dire di tutto. “La gente che sogna” resta comunque sia un disco sfacciato, birbante, giocoso. Una ruota panoramica su cui è sempre bello risalire.