I Casino Royale si formano a Milano nel 1987: nei primi anni di attività, la compagine comprende Giuliano Palma (voce e chitarra), Aliosha Bisceglie (voce), Michele Pauli (chitarra), Ferdinando Masi (batteria), Antonio Marrone (basso), Michele Danca (tastiere) e una sezione fiati. I loro primi album abbracciano uno stile profondamente influenzato dal movimento 2-Tone - incarnato da gruppi quali gli Specials, i Beat e i Madness, che segnarono il Regno Unito alla fine degli anni Settanta – e dal pragmatico terzomondismo della seconda fase della carriera di Joe Strummer e soci.
Nel 1990, i Casino Royale pubblicano l'acerbo "Jungle Jubilee", registrato e mixato negli studi Korner di Londra. Questo disco rappresenta l'ultima prova cantata in inglese; con il successivo "Dainamata" (1993), i testi vengono cantati in italiano. "Dainamata" segna un primo, sebbene non definitivo, distacco dal tipico andamento skanking delle opere precedenti, inaugurando un vero e proprio mutamento stilistico per la band. La virata verso il rap rock è manifesta, con chitarre funk che si alternano a sonorità più aspre e contemporanee, mentre scratching e campionamenti emergono con una certa frequenza. Il risultato è un lavoro forse un po' confuso, che alterna momenti di debolezza ("Treno per Babylon") a spunti interessanti ("Cielo").
"Dainamata" segna un tentativo di evoluzione stilistica, un passaggio cruciale che, nonostante alti e bassi, evidenzia la volontà dei Casino Royale di avvicinarsi al mondo delle "posse". Questo termine, coniato dalla stampa e dai consumatori, esemplifica uno stile musicale che abbraccia elementi di rap, ska e reggae, ma delinea anche un fenomeno di aggregazione culturale tanto caro ai frequentatori dei centri sociali milanesi, con lo storico Leoncavallo in testa.
Uscito nella primavera del 1995, "Sempre più vicini" segna le prime fortune della compagine, le cui ambizioni vengono plasmate dalla produzione del bristoliano Ben Young, capace di infondere sia il tocco narcotico del trip-hop, sia le aperture melodiche in salsa "thrilling" tipiche dell'acid jazz. Sembra prendere vita una formula coesa: le composizioni sono complete e autosufficienti, e il gruppo sembra aver trovato, finalmente, la giusta ispirazione.
Tornati da un tour durato quasi due anni, i Casino Royale si rimettono di nuovo in pista e per l'occasione decidono di dedicarsi al nuovo materiale. I ragazzi si chiudono nello studio Orinoco di Londra, nel quartiere di Leytonstone, e con la collaborazione di Tim Holmes - produttore di Primal Scream e Chemical Brothers, ma anche voce dei Death in Vegas - realizzano quello che sarebbe stato il tassello più importante della loro carriera.
Nel 1997, il panorama musicale inglese è segnato dai primi sintomi di declino del britpop e dall'emergere di nuovi orizzonti sonori. Sebbene il movimento continuasse a produrre opere di rilievo, come il bestseller "Urban Hymns" dei Verve, era evidente il cambio di paradigma all'orizzonte.
Allo stesso tempo, Londra è l'epicentro di una rinascita musicale senza precedenti, la scena elettronica sta vivendo un'espansione senza confini. I Prodigy, i Chemical Brothers e Fatboy Slim sono fra i protagonisti più osannati del periodo, le loro audaci cavalcate elettroniche sono figlie di un massimalismo sonico senza sosta che travolge l'adolescenza di milioni di giovani. Nei club della città, dai mitici locali di Soho ai nuovi santuari della musica elettronica nell'East End, fiumi di ragazzi affluiscono in cerca di esperienze e sonorità spaziali. Per i Casino Royale, Londra rappresenta un vivace laboratorio creativo, un luogo nel quale le vecchie icone della musica lasciano spazio a un'ondata di innovazione e creatività.
Determinato a catturare lo spirito del momento, atterra alieno "CRX", un album dal respiro internazionale, destinato a segnare un punto di svolta nella carriera della band e nella storia dell'underground italiano. Nel frattempo la formazione si è arricchita di Alessio Argenteri, che nel 1992 ha sostituito Marrone al basso, e di Patrick Benifei che nel 1994 ha rimpiazzato Danca alle tastiere.
Io rifletto a Milano come a Londra...Legato a doppio filo alla scena trip-hop e drum'n'bass, fedele a un immaginario in equilibrio tra minuzia elettronica e metriche hip-hop, la title track è destinata a fare scuola e a risultare un classico. Una base elettronica scarna eppure ricca di dettagli, una sorta di drum'n'bass trattenuta, con scratching circolari e inquietanti saliscendi sintetici nel ritornello, "CRX" è prima di tutto un dialogo a cielo aperto tra Aliosha e Palma; il primo rappa nelle strofe, mentre il secondo contrattacca a ogni "Io rifletto..." e nel potente ritornello "Sento intorno riflessi su di me...". Impresa ardua descrivere le conseguenze di tale monologo, sebbene si intravedano le metaforiche reti tentacolari del nuovo urbanesimo di fronte al nuovo millennio. È il videoclip a rispondere alle nostre riflessioni: i due protagonisti si trovano all'interno del complesso abitativo Monte Amiata, nel quartiere di Gallarate, ma è come se fossero rinchiusi in un istituto psichiatrico; le riprese, per la regia di Claudio Sinatti e Riccardo Struchil, sono caratterizzate da movimenti fluidi e angolazioni creative, con un uso frequente di camere a mano che danno un senso di immedesimazione e realtà, mentre l'atmosfera è figlia delle influenze del contesto in cui la band è cresciuta e si è formata.
26/05/2024