Patty Pravo

Concerto per Patty

1969 (Rca)
pop orchestrale

"Oggi", settimanale storico italiano, intervista un fonico della casa discografica Rca: "Poche settimane fa, mentre incideva 'Concerto per Patty', scoppiò a piangere. Che hai Patty: che ti succede?", le chiedemmo. "Non mi piace questa canzone", disse. "Ma se è bellissima. Sì, è bellissima. Ma è troppo triste…".
Ecco, in queste poche battute, il senso di una delle composizioni più rivoluzionarie, belle perché tristi, melodiose, meglio arrangiante e già classical progressive che il panorama musicale italiano consegnerà alla storia. Battisti ancora non era arrivato a tanto, i New Trolls neppure. Di certo si può dire che "Concerto per Patty" passerà alla storia del pop italiano come esperimento unico nel suo genere, il che non è poco… Un esperimento lungo 12 minuti, tutta una facciata del vecchio, caro vinile.
Lei era già famosa e divina o forse no, non importa poi tanto nel 1969, anno di uscita di questo suo lavoro: quel che resta immortale è questa fatica orchestrale di 12 minuti, allora davvero impensabile per il pop frou frou italiano e non, e un secondo lato con gemme come "Il Paradiso" (Mogol-Battisti), "Un’ora fa" e "Tripoli 69", targata Paolo Conte, più altre cover di brani strafamosi, dai Beatles ai Bee Gees, agli Aphrodite's Child di Vangelis.

Nicoletta Strambelli in arte Patty Pravo era "Prava" fin dalla nascita. Figlia della buona borghesia veneziana cresce in un ambiente colto e stimolante dedicandosi allo studio del pianoforte e della danza classica. Nel 1969 aveva già svecchiato l’Italia democristiana con look e canzoni beat tra il triste, l’allegro e il trasgressivo, per una generazione insoddisfatta delle frivolezze alla Rita Pavone e desiderosa di tormenti nei quali rispecchiarsi e piangersi anche un pochino addosso per puro compiacimento, perché no!, ma anche desiderosa di cambiamento e molta voglia di fare e lottare.
Le sue esibizioni al Piper di Roma (nel 1968 anche i Pink Floyd - periodo Barrett - si esibiranno su quel palco) sono ormai storia del costume italiano, indelebili come le apparizioni di Mina a Studio Uno.
"Concerto per Patty" è il suo secondo album e, seppur ancora oggi poco conosciuto e sottovalutato, sarà uno dei lavori che la immortaleranno per sempre.

Aiutata dal suo mentore guida, l’avvocato Crocetta, vero padre-padrone del Piper, che l’aveva scoperta danzare per caso nel suo locale come ragazza cubo ante-litteram, Patty incide per la mitica Rca, che nei primi anni 70 sarà la casa discografica di personaggi a lei avvicinabili per classe e trasgressione, ovvero David Bowie e Lou Reed. Il disco dunque viene prodotto, nel senso economico più che musicale, da Crocetta (il produttore esecutivo è Lilli Greco, musicista di estrazione classica, diplomatosi in pianoforte al conservatorio Santa Cecilia di Roma) ed è audace, rivoluzionario per il panorama pop italiano.
Il primo lato è una composizione unica, lunga 12 minuti, con una orchestra di ben 90 elementi: "Concerto per Patty", con testo di Gianni Meccia e musica di Bruno Zambrini, orchestrato e arrangiato superbamente dal maestro Franco Pisano. Miglior titolo per la ex- studentessa di conservatorio non si poteva trovare... Questo lato A del disco scioccò anche l’avvocato Crocetta, che sicuramente non voleva fare di Patty una eroina tragica ed esistenzialista, bensì una più rassicurante e vendibile cantante made in Italy, e infatti questo lavoro decretò la fine del loro sodalizio.

A ben vedere, già dal bellissimo album di debutto dal titolo "Patty Pravo" del 1968 si scorgevano segni di un certo ennui, elemento costante poi di tutta la sua carriera discografica. Tra le letture della giovane veneziana di certo Rimbaud non mancava.

Patty e la sua "À la recherche du temps perdu"

"Cosa darei per ricordare le cose del passato... cosa darei per cancellare le cose del passato": così inizia e così finisce "Concerto per Patty", il suo romanzo di formazione, sospeso tra i ricordi e le amarezze di un amore andato e mai più ritrovato. Il racconto si snoda in tre punti centrali: le ore del passato, l’aria di un paese, il mio pensiero diventi tu.
Una intro d’arpa apre i ricordi, con l’orchestra che dispiega la meravigliosa melodia che viene ripresa ed espansa per poi lasciare il campo al violino, strumento triste per eccellenza, che introduce il secondo tema: l’aria di un paese. Franco Pisano qui fa un lavoro davvero egregio con l’orchestra, da lui diretta, senza calcare mai la mano: la musica aleggia lieve, seguendo gli stati d’animo mutevoli del racconto con perizia e acutezza.
Nel terzo tema l’orchestra di ben 90 elementi cessa di musicare con l’ultimo tocco solista affidato a un violoncello e una chitarra, accompagnata da un organo hammond, apre la mente ai ricordi andati (attacca Patty: "Sì, d’improvviso il mio pensiero diventi tu perché sei l’argomento che mi nasce dal cuore..."). L’insieme è di un romanticismo palesemente scoperto, senza falsi pudori, che non ha nulla di ruffiano o banale: in questo risiede la sua forza.
La struttura del racconto è circolare, col flusso degli eventi che si accavallano; la voglia di ritrovare il passato volge nel brutale finale di volerlo invece cancellare definitivamente. La serenità agognata si realizza solo cancellando l’amore fallito.

Il secondo lato sembra muoversi su canoni più tradizionali, ma anche qui non mancano le sorprese. La scelta della canzoni è perfetta (il disco riesce nell’impresa di non avere riempitivi), l’idea è di creare una sorta di concept-album legando tutti i brani con un unico eterno tema: l’amore romantico che strugge e distrugge.
Si parte con un brano firmato Mogol-Battisti: "Il Paradiso". Il tono si alleggerisce, la melodia scanzonata dai vaghi sapori beat diventerà uno dei cavalli di battaglia della Pravo a ricordarci che "Il Paradiso" è sempre sotto i nostri occhi: basta aprirli bene per vederlo e afferrarlo. Si veleggia sempre su questi mondi sognanti ed eterei con "Sola in capo al mondo", un ritorno brusco alla solitudine di "Concerto per Patty", canzone davvero pessimista, cover di "End Of The World" degli Aphrodite's Child, con l’arpa che gioca con effetti "elettronici" a creare quegli spazi siderali tanto cari a Vangelis.
Il pezzo successivo, "Un giorno come un altro", è un’altra perla firmata dai fratelli Gibbs, aka Bee Gees, ed è cantata magnificamente da una Patty molto presa e commossa; anche qui il tempo che distrugge i sentimenti ("...e capirai che il tempo passa e va, qualcun'altra arriverà per te") è il tema ricorrente, il filo sottile che lega tutte le canzoni dell'album. In soccorso arriva l’amicizia, sentimento che sembra sfuggire a questa "maledizione" con la cover beatleasiana di "With A Little Help From My Friends", che Patty esegue al pianoforte senza cantare, con i cori a fare da contrappunto al suo pianismo preciso e secco.
"Tripoli ’69", uscita anche come singolo con liriche di Vito Pallavicini e musica di Paolo Conte, vede Patty cimentarsi con un testo audacemente antifemminista, in un momento storico che andava invece su altri binari di conquiste per le donne. In un’atmosfera vagamente esotica, con un andamento da marcia guerresca, una sezione fiati ben spiegata e tromboni a sostenere la melodia, Patty incarna la donna battagliera, una Penelope moderna, fedele al suo ruolo, che aspetta il ritorno del suo uomo Ulisse, preso in altre conquiste amorose ("…e quando un uomo va a vivere di più le donne son solo lacrime ma se ritornerà ferito lui lo sa che qui mi troverà"), forse è lo stesso uomo dis-atteso di "Concerto per Patty". Il finale è davvero strappa-applausi: "Ma fuori è inverno/ la nebbia è nebbia/ in questa stanza/ ritorna un caldo/ un caldo un caldo/ un caldo/ in casa io e lui/ e non si è accorto che ho pianto tanto/ Tripoli".
Il disco si conclude con la famosa "Un’ora fa", scritta dal grande Franco Intra e suonata dal gruppo che supportava Patty: The Cyan Three.

"Concerto per Patty" resterà come una storia a sé nella produzione discografica dell'artista veneziana. È il suo "Tapestry", un concept-album legato - come il capolavoro di Carole King - ai temi eterni dell’ineluttabilità del tempo che passa e degli amori che con esso svaniscono nel nulla.

21/06/2009

Tracklist

Lato A

1. Concerto per Patty
(G. Meccia - B. Zambrini)
Arr.: Franco Pisano, la sua orchestra
e i "Cantori Moderni" di Alessandroni ai cori

Lato B

2. Il Paradiso
(Mogol - L.Battisti)
Arr.: Piero Pintucci e la sua orchestra

3. Sola in capo al mondo
"The End Of The World"
(Papathanassiou-Bergman-L.Beretta)
Arr: Piero Pintucci e la sua orchestra

4. Un giorno come un altro
"First Of May"
(B.R. M. Gibb - L.Giacotto)
Arr.: Piero Pintucci e la sua orchestra

5. With A Little Help From My Friends
(J. Lennon - P. McCartney)
The Primitives
Al pianoforte Patty Pravo

6. Tripoli '69
(V. Pallavicini - P. Conte)
Arr.: Giancarlo Trombetti, la sua orchestra
e i "4+4" di Nora Orlandi

7. Un'ora fa
(L. Beretta - E. Parazzini - G.F. Intra)
The Cyan Three