E' uscito il nuovo LP dei Belle & Sebastian; anzi no è un mini-Lp; macché è uno dei loro consueti Ep... Beh allora per chiarirci meglio le idee, l'antefatto: di sicuro si sono cimentati nella realizzazione di una colonna sonora per un lungometraggio, la nuova opera di Todd Solondz, autore nel 1997 di Happiness un film molto controverso e provocatorio. Chi se lo ricorda - all'uscita suscitò non poche polemiche - rimarrà sicuramente stupito della scelta di far realizzare la colonna sonora ai Belle & Sebastian, il gruppo scozzese con un legame così forte col folk britannico, e che sicuramente utilizza toni delicati e malinconici che contrastano con il lavoro che già conosciamo di Solondz, ma purtroppo senza il conforto della visione della pellicola, ciò che possiamo fare per ora è giudicare semplicemente il contenuto del disco. Innanzitutto la durata dell'album, circa 40 minuti, e il numero dei brani, 18, si spiegano con la ricca presenza di brevi intermezzi, la maggior parte dei quali contengono dei dialoghi estratti dal film.
Andando al sodo della musica, si ha spesso la sensazione di trovarsi di fronte a delle bozze di canzoni, che comunque non ci impediscono di notare che i B&S qualche passo verso il folk americano lo abbiano realizzato, come in "Fuck this shit", che riprende lo stile country anni '60. Nella maggior parte dei casi, però, ritroviamo il percorso musicale che i nostri hanno intrapreso già a partire da "The boy with the arab strap" ma soprattutto nelle ultime opere "Fold your hands..." e l'Ep "Legal man", ovvero partire dal folk britannico per arrivare a toccare la musica pop anni '60 più classica (Van Dyke Parks, Bacharach), negli arrangiamenti più ricchi (dal vivo sembrano ormai una vera orchestra) e nelle melodie spesso più briose e sbarazzine, e sondare territori nuovi, con qualche blitz verso la musica latina.
Gli ammiratori di sempre dei Belle & Sebastian comunque possono stare tranquilli, in quanto in almeno quattro brani gli scozzesi guidati da Stuart Murdoch si dimostrano in grado di realizzare ancora quello stile che li ha fatti tanto ammirare. Come nel primo brano cantato dell'album, "Black and white", una delle tipiche ballate alla chitarra di Stuart Murdoch, il pop dolce al piano di "Storytelling", cantato da Isobel Campbell (probabilmente l'ultimo, visto che la biondina ha lasciato il gruppo), e "Scooby driver", un pop-rock veloce con dei deliziosi coretti stile sixties che forse meritava pure uno sviluppo migliore, così come la breve e tenue "I don't want to play football" (un bell'inno per disadattati calcistici...) con al piano e alla voce il grande capo Murdoch, che rimane di gran lunga il talento migliore dell'ensemble scozzese, e che farebbe perciò bene a tenere sempre in mano le redini del gruppo. In definitiva questo "Storytelling" farà contenti i seguaci del gruppo che non si accontentavano del solito antipasto di Ep. Per gli altri... aspettiamo l'uscita del film.
25/10/2006