Kings Of Leon

Youth & Young Manhood

2003 (Rca) | roots-rock

La parola "commerciale" fa nascere sempre degli accesi dibattiti. Qual è la giusta definizione? Come si distingue questo "male oscuro" all’interno di un disco? Sicuramente questo primo album dei Kings of Leon, seguito dell'Ep "Holy Roller Novocaine", qualcosa di commerciale lo ha, è indiscutibile infatti che sia roots e southern rock di facile impatto, come è altrettanto fuori discussione che gli amanti nostalgici di questa musica siano in parecchi. Queste qualità fanno di "Youth & Young Manhood" un disco di cui era facile prevedere sia il successo internazionale sia le lodi di parte della critica, le stesse qualità però lo hanno esposto anche a stroncature nette e ironiche prese in giro.

Ma allora com'è in definitiva il lavoro d’esordio di questi Kings of Leon? Non è una "next big thing", questo è certo, le qualità tecniche dei quattro non sono eccelse, specie nella voce di Caleb, e sinceramente canzoni come "Joe's Head" e "Trani" sono alquanto bruttine, senza contare il fattore derivazione che qui tocca vertici assoluti. Tutto è nostalgia, tutto è riconducibile di netto a quel tipo di rock anni 70, aderiscono a quel movimento persino nei vestiti e nelle capigliature i fratelli Followill... Sembra, insomma, di essere stati catapultati da una macchina del tempo in Alabama o in Tennessee nei primi anni 70: barbe, capelli lunghi e jeans a zampa.

Però... Chiunque, come me, abbia amato Allman Brothers, Lynyrd Skynyrd, Creedence Clearwater Revival e simili non riuscirà in coscienza a odiarlo, battere il piedino sugli inizi di "Red Morning Light" sarà un riflesso incondizionato e piacevole, perché sono in tanti quelli per cui questo rock sudato e sguaiato ha un suo fascino.
"California Waiting", "Molly’s Chamber" e, soprattutto, "Holy Roller Novocaine" sono pezzi validi: benché semplici ed elementari, trovano proprio in questo un'immediatezza rock che sarebbe sbagliato non riconoscere anche da chi di certo tipo di musica non vuol sentir parlare.

Non un grande disco, comunque, incensato al di là dei suoi reali meriti e pregi e che regge pochi ascolti anche dagli appassionati del genere; nemmeno, però, un album da disprezzare tout court, perché ogni tanto è bello essere un po' grezzi e magari saranno in tanti a storcere il naso per poi concedersi un giro di macchina con "Youth & Young Manhood" in sottofondo. Diciamocelo, in mezzo a vini e liquori di qualità ogni tanto, col caldo, ci sta bene anche una bella birretta, anche se non freschissima.

(28/10/2006)

  • Tracklist
  1. Red Morning Light
  2. Happy Alone
  3. Wasted Time
  4. Joe's Head
  5. Trani
  6. California Waiting
  7. Spiral Staircase
  8. Molly's Chambers
  9. Genius
  10. Dusty
  11. Holy Roller Novocaine
  12. Talihina Sky (hidden track)
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