In un mondo musicale che ha visto di recente i baci saffici di Madonna, i centimetri di pelle "per troppo tempo" nascosti di Britney Spears e le sculettate della Aguilera, non poteva assolutamente mancare una nuova icona "sporca". E in questo allucinante mercato dell'immagine Peaches ci si ritrova a meraviglia; e infatti le uniche qualità musicali che ella possiede sono quelle di marketing. Abilissima nel mettere in piazza un'immagine di donna sporca, cattiva e volgare, riesce persino a entrare nei salotti buoni della musica; tutti la vogliano e la desiderano. Accanto a "personalità" pop come Madonna o Pink, troviamo purtroppo anche una vecchia icona del rock, il dinosauro Iggy Pop. Non si capisce da cosa possa nascere questo legame musicale tra i due, ma fatto sta che l'Iguana partecipa con un duetto al secondo album di Peaches che ha ricambiato cantando in "Skull Ring".
L'album si apre con una canzone che non lascia speranza a noi che ascoltiamo, e mai come in questo caso, rende alla perfezione la sensazione di essere caduti nell'inferno musicale; il brano in questione s'intitola "I Don't Give A Fuck", e su una base punk decisamente pessima, Peaches sforna la sua abilità di cantautrice ripetendo per un minuto e mezzo d'orologio la frase del titolo alternando "fuck" a "shit" di tanto in tanto, per far bella mostra del suo vocabolario. "I 'm The Kinda" si muove su una base pseudo hip hop ridotta all'osso, e tale semplicità diventa mediocrità sia nella melodia vocale sia nei testi, che definire volgari è un eufemismo.
Con "I U She" si sentono le sonorità della musica techno su cui la voce è solo un puro riempitivo, non solo per il totale disinteresse per quello che la cantante ci vuole dire, ma anche perché risulta molto noioso.
Per tutto l'ascolto di "Featherfucker", nel cui titolo ritroviamo la nauseante genialità di Peaches, non si prova nessuna emozione. Le basi musicali sfornate sono del tutto scialbe, fredde, insignificanti e senza la minima inventiva; i testi sono illeggibili: continue invettive infarciti di volgarità gratuite, che oggi come oggi fanno molto cool.
Si arriva quindi molto tiepidi all'ascolto di "Kick It" in duetto con Iggy Pop; riesce difficile comprendere i motivi per cui l'Iguana desiderasse ardentemente lavorare con Peaches. Forse la sponsorizzazione dei White Stripes, forse il brano decisamente rock o forse il fatto che a 50 anni suonati per vendere si è costretti per forza di cose a lavorare con Sum 41, Green Day e Peaches, appunto. Sarà anche così, ma il pezzo di garage ha solo l'intenzione; il delizioso e semplice riff iniziale fa da introduzione al dialogo serrato tra i due. Si tratta dell'unico brano che rasenta la sufficienza, e questo la dice lunga.
Il resto di "Featherfucker" è un alternarsi di fredda elettronica techno ("The Inch"), riff di chitarra distorta ("Rock ‘n' Roll") che ci ricordano di essere in periodo di revival garage rock e qualche concessione a territori più morbidi con accattivanti ritornelli pop per non perdere di vista mai l'obbiettivo principale di Peaches: vendere, vendere e vendere.
Peaches non è una ragazzina, ma una donna di 31 anni che ha scelto di lasciarsi alle spalle un passato canadese per cimentarsi con la realtà di Berlino, dove da anni movimenta le serate dei locali più alla moda. Il problema è che non riesce a offrire nulla a un qualsiasi amante di musica; il suo lavoro è dedicato solo a chi passa i week-end in discoteca. E' semplicemente un fenomeno di costume, che ora è arrivato al suo apice, ma che si sgonfierà lentamente fino a scomparire, a meno di un repentino cambio di direzione. Insulso, scialbo, povero di idee, ripetitivo, noioso, stupido; ma da una che si vanta in ogni intervista di non radersi mai le ascelle, francamente, non potevamo aspettarci di meglio.
29/10/2006
1 I Don't Give A Fuck
2 I'm The Kinda
3 I U She
4 Kick It
5 Operate
6 Tombstone, Baby
7 Shake Yer Dix
8 Rock ‘n' Roll
9 Stuff Me Up
10 Back It Up, Boys
11 The Inch
12 Bag It