Terzo disco per gli Unto Ashes, progetto newyorkese guidato dal cantante e polistrumentista Michael Laird (anche collaboratore dei Black Tape for a Blue Girl), dalla tastierista Natalia Lincoln e dalla "heavenly-voice" di Ericah Hagle. Sulla stessa falsariga dei suoi due predecessori, anche "Empty Into White" continua nella loro opera di emulazione "concettuale" di quanto già cantato e suonato dai Dead Can Dance, sempre però all'insegna di un umore di fondo che non è più quello metafisico e spirituale del duo anglo-australiano: la musica degli Unto Ashes è costantemente e cupamente notturna, funerea, apocalittica. Gli strumenti sono spesso gli stessi usati dai Dead Can Dance (e non propriamente di uso comune, come lo "yang t'chin", il "saz", l'organetto oltre a una quantità di strumenti e percussioni medievali), ma il loro uso non è volto a tessere immaginari e spettacolari viaggi nel tempo e nello spazio: dove il medioevo dei Dead Can Dance era magico, epico, mistico, quello degli Unto Ashes è popolato invece di predicatori e cantastorie che si aggirano in scenari devastati da guerre e pestilenze, che declamano profezie di eterna dannazione e litanie che annunciano l'imminente arrivo del giudizio finale.
Il folk apocalittico degli Unto Ashes predilige arrangiamenti che sono al contempo ricchissimi e scarnificati, come nella splendida "I cover you with blood", forse la più bella ballata "gotica" da molti anni a questa parte, e nella stupefacente danza mediorientale di "Spider Song".
Come i Dead Can Dance, anche gli Unto Ashes si esprimono in un linguaggio musicale universale, che esplora culture e epoche tra loro lontanissime, esaltandone le caratteristiche comuni: anche la stessa lingua in cui esprimersi diventa multiforme; spesso e volentieri infatti il gruppo rinuncia all'inglese (il quale ancor più spesso è un inglese "arcaico") per cimentarsi con il francese ("C'y commence le jeu"), le lingue scandinave ("De Store Smerter") e persino l'italiano dialettale ("Allu Mari"); altri episodi prendono spunto dai versi e dalle opere di poeti del passato, come William Blake (una delle sue "Songs" più belle, "Ah, Sunflower" diventa grazie a Michael Laird uno splendido esempio di cosa si intende per neofolk o folk apocalittico).
Nel loro canzoniere c'è posto anche per le cover (ma "Beauty Queen" di Tori Amos è da loro convertita in un canone da monastero, rigorosamente tradotto e cantato in latino! "Dont' fear the reaper" dei Blue Oyster Cult diventa una dolcissima litania sussurrata a tre voci) e per la tradizione folk americana ("Go Tell Aunt Rhodie"), e persino per un lento strumentale pianistico, fortemente "jazzato" ("1914").
Come nei Dead Can Dance, lo stile neutro, gelido, impassibile consente agli Unto Ashes di inglobare pressoché tutte le influenze senza mai tradire lo spirito di base del loro sound , che è - come già detto - di impronta spiccatamente folk, anzi neofolk . Ma che siano partiture occidentali, arabe, indiane o cinesi, che i testi e gli spunti provengano dal medioevo o dall'Ottocento, le canzoni esibiscono sempre la stessa eccezionale naturalezza, lo stesso mood da fine del mondo.
Le diciannove perle di "Empty Into White" costituiscono ciascuna un piccolo, o addirittura microscopico (più di una canzone dura poco più di un minuto), ma insostituibile frammento di un mosaico colossale, che fa convergere tutti gli spunti e le influenze culturali e musicali verso la medesima visione di vuoto, di decadenza, di disfacimento, di un mondo sconvolto da un terrore senza nome. A parte la citazione esplicita, l'album degli Unto Ashes è davvero — come del resto anche i due lavori precedenti — una raccolta di vere e proprie "Songs of Innocence and Experience" (William Blake). Prezioso, è il termine più adatto.
30/10/2006
1 C'y commence le jeu
2 Spider song
3 I cover you with blood
4 Witches Rune
5 Allu Mari
6 Regina Pulchra Est (Beauty Queen)
7 Bathsheba Writhing
8 Flayed by frost
9 Queen of the underworld
10 I am blind
11 Empty into white
12 Heralds of war
13 1914
14 De Store Smerter
15 Go tell Aunt Rhodie
16 Ah, Sunflower!
17 Exeunt Omnia
18 Don't Fear (the Reaper)
19 Untitled