Larkin Grimm

Harpoon Baptism

2005 (Secret Eye)
folk

Strana, stra(lu)na(ta) ragazza, Larkin; il suo mondo ti accoglie naive, denso e surreale di colori pastello squarciati, qua e là, da vulcani rosso porpora su tramonti rosa antico e blu cangianti fondali di vissuto, come nella sua homepage. La sensazione è, in un'antitesi apparentemente inconciliabile, di costante amoreggiare di cielo e terra, etere e carne, acqua e fuoco, come un'irresistibile attrazione tra poli dalle cariche opposte. La risultante è esclusiva e suggestiva: una voce che sa essere, al contempo, esile e profonda, desta e sognante, accostata all'orecchio e lontana come un'eco evanescente.

Larkin, nata a Memphis, cresce ai piedi degli Appalachi, in una famiglia di cantanti e violinisti, contesto stimolante e ricco di sfumature da guardare incantati, collezionare, e lasciarsene liberamente ispirare nella produzione di "Harpoon Baptism", disco d'esordio, dopo la militanza nei Dirty Projectors.

L'intro è un delicato convivio di voce, dulcimer, campanellini, ogni tanto visitato da fischiettii elfici; il registro cambia nella seconda traccia ("Going Out"), sorta di mantra della terra, abilmente cadenzato dalla batteria e riverberato da agresti rumori di fondo.
La tradizione folk signoreggia in "Pigeon Food", deliziosa fiaba di uccellini piccoli e teneri, per toccare punte di visionaria e celeste psichedelia nella lunga "Future Friend", in cui l'artista pare accarezzar/si esplorando ogni tonalità, dalla più sussurrata alla più virante verso il Sublime alto.

Dalle radici di secolari alberi sale il cantato quasi a cappella della title track, immagine, nascosta ai più, di streghe esotericamente affaccendate a preparare rituali della fecondità; dopo l'esorcizzante ninna-nanna al dulcimer di "Don't Come Down, Darkness" e la mitchelliana "Touch Me, Shaping Hands", chiude "White Water", soavemente strimpellata alla chitarra e cantata ai piedi di un ruscello rilucente di bagliori lunari.

È questo il primo passo di Larkin, che, dopo aver timidamente spiato dall'uscio le Signore Joni Mitchell, Linda Perhacs e la stessa Vashti Bunyan, incede dignitosamente nel focolare/folk.

19/07/2007

Tracklist

  1. Entrance
  2. Going Out
  3. Patch It Up
  4. Pigeon Food
  5. I Am Eating Your Deatly Dream
  6. One Hundred Men
  7. Future Firend
  8. Go Gently
  9. Harpoon Baptism
  10. I Killed Someone
  11. Don't Come Down, Darkness
  12. Touch Me, Shaping Hands
  13. White Water

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