Perturbazione

Canzoni allo specchio

2005 (Mescal)
pop

"Se faccio il grande passo/ che succederà?": così recitava il ritornello di una bellissima b-side del singolo "Agosto", tratto dal precedente album dei Perturbazione.
E il grande passo in qualche modo c'è stato: abbandonata l'Audioglobe per la quale avevano inciso due dischi e un Ep, i Perturbazione sono approdati alla Mescal per incidere queste "Canzoni allo specchio", con la produzione artistica di Paolo Benvegnù e alcuni ospiti prestigiosi come Jukka dei Giardini di Mirò e Rachele Bastreghi e Francesco Bianconi dei Baustelle.

Rispetto al disco precedente, la prima cosa che appare evidente è la scomparsa (salvo un paio d'eccezioni) dell'ironia e della freschezza che contraddistinguevano sia i testi che le musiche: così come in "In circolo" abbondavano giochi di parole, rime ardite e giocose, brevi intermezzi strumentali e improvvisi cambi di ritmo, qui le dodici canzoni sono livellate su un unico registro, quello più nostalgico.
Ma se la nostalgia delle precedenti prove del gruppo era raccontata con una sapientissima e perfetta miscela, qui alcune canzoni scadono nel banale e, talvolta, nel lagnoso (è il caso di "Spalle strette" e "Se fosse adesso").
In compenso c'è anche qualche pezzo ben riuscito: il singolo "Chiedo alla polvere", la "antropologica" (eppure così fluente) "Animalia", l'irresistibilmente adolescenziale "Se mi scrivi" e "Canzone allo specchio", forse la meglio riuscita nell'equilibrio musica-testi.
Gli episodi più ambiziosi, invece, sembrano riusciti a metà: "A luce spenta" potrebbe essere uscita da un disco d'autore e, complice la voce femminile di Rachele Bastreghi, echeggia lavori raffinati di Cristina Donà o Ginevra Di Marco, ma viene da chiedersi quanto sia sincera e quanto giovi a un gruppo che ha fatto proprio della semplicità e della modestia i propri punti di forza spingersi in territori che non gli appartengono; la conclusiva "Il materiale e l'immaginario", invece, è musicalmente ben riuscita, ma nel testo indugia in qualche considerazione un po' facile e prevedibile.

Pare che i Perturbazione non abbiano voluto tentare il disco della svolta, ma allo stesso tempo non se la siano sentita di portare avanti il loro discorso così fresco, intelligente e assolutamente unico nel panorama nazionale, che aveva permesso loro di ottenere un buon successo in questi anni: forse è la maturità, forse è la produzione di Benvegnù, forse è semplicemente una virata che si sentivano di fare.
Resta il fatto che siamo lontani anni luce da quel piccolo capolavoro che è "In circolo" e che siamo vicini, estremamente vicini, a tanti, troppi dischi italiani intimisti: i Perturbazione hanno perso una parte della loro cifra stilistica, mentre ne hanno conservata un'altra, forse quella meno originale.
Al di là di una delusione neanche troppo velata, che potrebbe essere causata da un'aspettativa eccessivamente alta da parte del sottoscritto, "Canzoni allo specchio" resta un disco piacevole, sincero, e con qualche episodio che merita di essere ricordato.
Per il vero grande passo, in fondo, possiamo aspettare ancora un po'.

Tracklist

  1. Dieci anni dopo
  2. Chiedo alla polvere
  3. Spalle strette
  4. Animalia
  5. Se mi scrivi
  6. Se fosse adesso
  7. Canzone allo specchio
  8. La fine di qualcosa
  9. Seconda persona
  10. A luce spenta
  11. Quattro gocce di blu
  12. Il materiale e l'immaginario