Ellen Allien, Sascha Ring aka Apparat: due dei massimi esponenti della musica elettronica club-oriented di questo primo decennio dei 00s in un progetto a quattro mani che apre in maniera positiva un 2006 che si preannuncia gustoso per quanto riguarda la scena elettronica europea e internazionale.
Tutto è sospeso in quel limbo che include sperimentazione e tradizione, in quel piccolo mondo che ingloba in sé le lezioni dei maestri per proiettarle in un clima tipicamente post-moderno e futuristico, sotto l’egida di un minimalismo ambient sempre più stile del momento.
Le suggestioni sono molteplici e diverse che si stendono sul tessuto del disco come una complessa pittura di suoni: dalla immediatezza techno di "Turbo Dreams", "Jet" e "Floating Points" alle suadenti parti vocali su basi electro-ambient di "Way Out", "Bubbles" e "Leave Me Alone", passando per i minimalismi fra Plastikman e Kraftwerk di "Under" e "Retina" e le sperimentazioni libere di "Metric" e "Do Not Break", concludendosi nella delicata composizione ambientale "Edison", in cui chiari sembrano gli echi della fiorente scena indie-tronica.
Un disco pieno di spunti, coinvolgente, che concilia nella sua struttura stili e influenze diverse in un amalgama delicato e deciso allo stesso momento, che riesce nella notevole impresa di non risultare mai noioso e stantio.
28/02/2006