Fino a oggi Lanterna ha pubblicato cinque cd, compreso il recente "Desert Ocean". Dischi che vanno oltre le consuete definizioni di musica rock, ambient, new age, indie etc. Henry Frayne riesce a dipingere veri e propri imaginary lanscape , con le sue chitarre elettriche che tramano le melodie più seducenti che si siano ascoltate dai tempi dei Cocteau Twins, percorrendo però strade americane polverose e assolate. La malinconia per Lanterna è sempre stata una condizione essenziale della sua musica, anche se nel suo ultimo lavoro sembra in parte ricredersi.
In "Desert Ocean", un album pensato e scritto durante un viaggio di Henry nel sud dell'Europa, le melodie sembrano più solari rispetto al passato. E i tempi delle canzoni sono spediti più che mai, sorretti dalla batteria di Eric Gebow. "Luminous" apre il cd e fa subito capire che Frayne non ha abbandonato il suo stato di grazia: la chitarra disegna armonie iridescenti, che sanno di sole più che di pioggia. La sensazione è confermata dalla seguente "Venture", dove la solita elettrica è accompagnata da un'acustica che sottolinea ancora di più l'atmosfera agreste del brano. Sembra di vederli, i campi di grano che hanno ispirato Frayne durante il suo viaggio in Italia e in Grecia.
Non mancano in "Desert Ocean" le tracce più sperimentali, dove Frayne cerca nuove soluzioni per la sua musica: come in "Fog", tre minuti di rugiada mattutina che tolgono il respiro. Meno efficace il jazz riverberato di "48th & 8th", del tutto sprovvisto di quella forza vivificante che anima la musica di Lanterna. L’ultima traccia dell’album è un omaggio a Messina, la città che ha stregato Henry con la sua gente e i suoi colori. Lanterna è il miglior suono che possa accompagnare un viaggio.
(01/08/2006)