Manta Ray

Torres de Electricidad

2006 (Acuarela)
alt-rock

I Manta Ray sono una band spagnola che vanta oltre dieci anni di militanza nel circuito indipendente locale. Dal 2002 (per l'uscita di "Estratexa") sono sotto contratto con Acuarela, che garantisce loro una vetrina più ampia, con distribuzione europea e americana: proprio grazie a questa distribuzione capillare ritroviamo il loro ultimo "Torres De Electricidad" anche sulla nostra scrivania.

Quella che ho avuto l'onore/onere di ascoltare si è rivelata essere una rock-band dal sapore vagamente sperimentale (volutamente vagamente), che scrive canzoni smosse da tendenze kraute, in movimento su fili elettronici, e che forse nel farlo ragiona un po' troppo, mostrando di saperci fare ma perdendo punti in vitalità. Il loro disco è aperto da "Don't Push Me", rumori metallici di sfondo e recitato su pulsione elettrica, basso ben evidenziato, cadenza robotica e finale con qualche lieve tocco elettronico in salire. Le intuizioni sono buone (anche se non particolarmente originali), la struttura scorre ben stesa (forse troppo levigata, anche a livello di impatto sonoro), ma alla fine il pezzo lascia un retrogusto un po' così (= benino, ma c'è l'impressione che poteva essere migliore).

L'elettronica funky e le chitarre scandite su percussioni tribali della kraut-wave di "El Despertar" rimandano ai Faust (ma non fate un raffronto di sostanza); i saltelli di "Mi Dios Mentira" portano le tendenze tedesche a flirtare con il math-rock, con l'apertura chitarristica di metà brano memore di Albini (anche qui la differenza di sostanza è ampissima: operai contro geni) e il finale melodico sui passi dei Tortoise. Passi che vengono poi ripercorsi a maschera ormai gettata in "Por Qué Evadirse A Otros Mundos Aun Màs Pequenos". E' artigianato, fatto anche piuttosto bene (soprattutto le incursioni nel post), ma, anche in questi casi, manchevole di qualcosa.

Il qualcosa, che arriva a elevare il livello della prima metà disco, sono le spinte rock, incisive se non possenti, di "No Tropieces", attitudine da gran singolo e bellissimo arrangiamento per fiati ed elettronica; e la distesa dream in territorio Sigur Rós di "Anada Para Celia". Gli spunti servono però a bilanciare un finale meno a fuoco, con un riempitivo puro (il punk'n'roll di "Todo Puede Cambiar") e qualche pezzo non troppo ispirato (più l'inno di "No Avant-Garde", il cui giro è ben poco memorabile, che "Como La Sal", psych-dark con accompagnamento cupo di sax).

Un'epica e rilassata title-track chiude il lavoro. Non si possono certo bocciare i Manta Ray, che dimostrano padronanza, esperienza e buoni tocchi, ma, in tutta onestà, il loro "Torres De Electricidad" è uno di quei dischi che cambiano praticamente nulla a nessuno, non riuscendo a dar vita a canzoni di livello in numero sufficiente (che era l'obiettivo), ma solleticando solo. Un lavoro comunque senz'altro passabile: chi s'accontenta gode (?)

15/06/2006

Tracklist

  1. Don't Push Me
  2. No Tropieces
  3. El Despertar
  4. Mi Dios Mentira
  5. Anada Para Celia
  6. Por Qué Evadirse A Otros Mundos Aun Màs Pequenos
  7. Como La Sal
  8. Todo Puede Cambiar
  9. No Avant - Garde (Elektronik)
  10. Torres De Electricidad

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