Sepultura

Dante X X I

2006 (SPV)
thrash-metal

Tutto avrei immaginato tranne che i Sepultura se ne uscissero con una sorta di concept-album sulla Divina Commedia. Immaginavo, invece, un disco poco incisivo, "didattico", anche se, tutto sommato, ancora piacevole all’ascolto. Non è una bella notizia, lo so, per quanti li hanno osannati durante il loro periodo d’oro (quello, per intenderci, compreso tra lo splendido "Beneath The Remains" e il capolavoro "Roots"), ma bisogna accontentarsi, perché la loro parabola discendente è ormai iniziata da tempo.
Dopotutto, questo è un lavoro che ha almeno il pregio di farci dimenticare il mediocre "Roorback" del 2003, e non è cosa da poco. Lasciando perdere tutto l’ambaraban del concept-album e bla-bla-bla (perché si fa davvero fatica a capirne il senso e la resa artistica), meglio concentrarci sulla musica, nuda e cruda.

Dopo la "solita" e sinistra intro, si parte subito a mille con le sventagliate di "Dark Wood Of Error", si passa tra le accelerazioni micidiali di "Convicted In Life", si gioca con l’enfasi in "City Of Dis" e ci si sbatte come dei matti nello speed-thrash di "False", con tanto di coda black -sinfonica.
Insomma, non possiamo lamentarci e sarà bene, quindi, mandar giù il doom sbiadito di "Fighting On" come l’ennesima prova di una band priva di idee, ma ancora capace di non mollare la presa, quando richiesto. E, dunque, spero vi garbino gli Obituary all’acqua di rose di "Ostia" o i Neurosis rifatti hard e con sapori mediorientali di "Nuclear Seven" (in entrambi i casi, con tanto di malinconici violoncelli a dirci che c’è poco da stare tranquilli…). Così come mi auguro sappiate apprezzare "Buried Words", catastrofe hardcore che risulta essere maledettamente inebriante, nella pur sua ovvietà.

C’è uno standard, dopotutto, da rispettare. O no? Meglio non stare troppo a pensarci, perché, intanto, il buon Igor Cavalera se la spassa, a nostra insaputa, sui tamburi nel tour de force di "Repeating The Horror" e Derrick Green si rompe l’ugola in "Crown And Miter", ovvero la ferocia che è punk, lo vogliano/lo vogliate o meno. Così come, inutile negarlo, "Roots" è ancora nei loro cuori e, allora, vai con le voci di nativi che introducono "Still Flame", tutto predisposto (voce, violoncello, ritmi sintetici (!) e trombe) per l’epico finale. Perché, se nel frattempo vi siete distratti, vi comunico che siamo arrivati in Paradiso ed è pure tempo di uscire a riveder le stelle!

10/05/2006

Tracklist

  1. Lost [Intro]
  2. Dark Wood Of Error
  3. Convicted In Life
  4. City Of Dis
  5. False
  6. Fighting On
  7. Limbo [Intro]
  8. Ostia
  9. Buried Words
  10. Nuclear Seven
  11. Repeating The Horror
  12. Eunoe [Intro]
  13. Crown And Miter
  14. Primium Mobile [Intro]
  15. Still Flame

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