Forse per l’uscita del secondo album di Dani Siciliano si poteva pensare a un periodo migliore che non dopo due soli mesi da “Scale”, il disco del compagno Matthew Herbert, album in cui la ragazza canta quasi da cima a fondo. E invece, ecco subito il seguito di quel “Likes…” che tante orecchie aveva sedotto nel 2004. Rischio di sovraesposizione? Sicuramente sì, ma stavolta la musica è meno herbertiana che non sull’esordio. A conti fatti è difficile decidere se la scelta sia stata azzeccata: il risultato qualitativo, infatti, non è molto lontano dalla prima prova solista.
Solo che qualcosa manca. Un po’ di freschezza? Un po’ di fantasia? Una scrittura più varia? Probabilmente tutto questo e quel qualcosa di indefinibile che fa di un disco pop un bel disco pop. La formula della brava Dani è ormai nota, e se mancano i guizzi tutto si risolve in una serie di canzoni magari eleganti, pregevoli, ma mai realmente coinvolgenti.
Si distingue il singolo “Why Can’t I Make You High”, la cui atmosfera glitch-country la fa sembrare il tentativo di una “These Boots Are Made For Walkin’” dell’era digitale, ma il resto è una simpatica marmellata di episodi di pop glitchato, gradevoli ma un po’ anonimi. Niente di più, niente di meno.
21/04/2007