“Future Artists” segna il ritorno dei Dead C dopo quattro anni di silenzio ed è un inatteso colpo di coda in seguito a dieci anni di uscite discutibili. Infatti, se gli anni Novanta li hanno visti paladini di quel free-noise creato da loro stessi, il gruppo nel nuovo millennio sembrava essersi perso per strada in seguito a divagazioni in territori di stampo elettronico.
Sorprendentemente questo nuovo l’album non accusa i segni del tempo, anzi, i tre lavorano molto sul lato più sperimentale del loro tipico sound, componendo cinque brani estremamente diversi l’uno dall’altro.
“The AMM Of Punk Rock” è un lungo bordone oscuro e minimale sorretto da sordi battiti in sottofondo, “The Magicians”, stonato noise-rock, riporta alla stagione di “Trapdoor Fucking Exit” con una freschezza sorprendente, “Macoute” parla una lingua astratta condensando al meglio le intuizioni di “Operation Of The Sonne”, “Eternity” ripropone in maniera meno brutale ma più incorporea la dicotomia percussioni-distorsioni. La conclusiva “Garage” è invece una sorpresa inattesa, un monumento blues (venti minuti) all’immobilità in cui, per la prima volta in vent’anni, compaiono chitarre acustiche.
29/08/2007