Chissà come se la passa Morgan. Ha provato a dircelo con questo "Da A ad A", sorta di introspezione/confessione incentrata sull'amore, dall'inizio alla non fine; sincero e appassionato nei sentimenti verso Asia (Argento), tenero senza pari verso Annalou (la figlia). Poetica portata in musica, con il ruolo da protagonista messo in petto all'orchestra e rifuggendo le strutture semplici.
Cantautorato altamente atipico quello di "Amore assurdo", massicce dosi di Van Dyke Parks e pathos ("posso scegliere, desiderare, idolatrare, venerare, provar piacere carnale, ma dopo un tale amore non possono più amare") soppesate fino al limite; giusto un passo prima di "Una storia di amore e di vanità", laddove diventano solo pesantezza e tedio.
Spesso perde la misura, Morgan, e si canta addosso nel disinteresse di chi ascolta, se questi non si allinea, se non entra in fusione con l'autore; emblematico il paio di filastrocche ("Animali familiari", "U-Blue").
La title track mitiga molti dei problemi: e musicalmente, stemperando la tensione delle chitarre in fiati frizzantini; e testualmente, indovinando un'immagine efficacissima ("i punti A ed A sono costanti, nate da contrasto e per questo convergenti, ma un incalcolato improvvisare da A ad A mi spinge sempre a ritornare, da A ad A come un immobile oscillare"), che sintetizza il suo momento di vita e al tempo stesso gioca sui due lati della medaglia di qualsiasi evento ("e scopro che la fine ha sempre inizio dal luogo lampeggiante di un conflitto, nel quale il vincitore e lo sconfitto si scambiano di norma vizio e sfizio").
L'altro spunto, anche superiore, è "La verità", tango dal sapore antico, recitato come Peppe Servillo e figlio dell'intensità di Tenco; e con un testo gioiello.
Residuano un paio di concessioni alla radio, i davvero pessimi numeri base "Tra 5 min." e "Demoni nella notte" (un rockettino e una ballata noir); le infinite lungaggini che appesantiscono il divertissement "La Cosa" e la dolce "Liebestod"; la jam funk-orchestrale che chiude "Contro me stesso".
Morgan ci porta "Da A ad A" attraversando un fiume in cui si rispecchia, e nel farlo inciampa in numerose pozze di difetti ed eccessi. E il bello è che per molti saranno pregi. Questione di punti di vista.
02/10/2007