Tartar Lamb

Sixty Metonymies

2007 (Ice Level Music)
neoclassica, chamber music

Tartar Lamb è un piccolo luogo dell’anima, un eden terreno dove potersi abbandonare alla meravigliosa solennità intimista di una musica sfuggente, legata a piccoli dettagli, sorniona, eppure destinata a scavare in profondità, così come un sasso scivola lento e inesorabile verso fondali inesplorati.

Essenzialmente un duetto per chitarra e violino (rispettivamente, Toby Driver e Mia Matsumiya, entrambi dei Kayo Dot), “Sixty Metonymies” si colora anche delle disseminazioni percussive di Andrew Greenwald e delle esalazioni vibranti della tromba di Tim Byrnes, regalandoci quattro magnifiche composizioni in bilico tra tradizione e desiderio di un futuro ancorato al tempo che fugge.

E, così, “Incensing The Malediction is A Lamb” inizia con una fluttuazione sospesa di sei minuti, orientata verso un climax che si rivela appena, che traspare in proiezione, con la tromba che mugola una disperazione sotterranea. E se le timbriche sono preda di un lirismo insondabile, le note scintillano come avvolte da una nube di mistero senza fine. L’esecuzione è austera, eppure colma di un pathos disperatamente condiviso, per quello che, a conti fatti, è un conciliabolo nel vuoto, una condivisione di sensazioni in estatico planare, fino alla coda in cui risplendono bagliori fluttuanti.

Il breve pannello di “A Lamb In Hand's Worth Two In The Ewe” inizia con una melodia “pizzicata” e si muove sinuosa con fare jazzato, conducendoci verso scenari che saranno sviluppati in maniera più complessa e decisa nella successiva “Trumpet Twine The Lamb Unhyne”. Anche qui si costruisce la tensione passo dopo passo. E’ il sogno di una Penguin Cafè Orchestra meno onirica, più terrena, costretta finanche a subire qualche disorientamento free. E’ la bellezza del disincanto che sta tutta nel nitido, impressionistico contrasto tra la chitarra, le invisibili sortite della tromba e il proiettarsi metafisico del violino, con la sua scia di luminescenze impalpabili, quasi fosse un filamento di cosmo che, dipanando la sua ombra minacciosa, indica un altrove radioso. E, poi, ancora, nascosta, quella che sembra una manipolazione di percussioni ma che assomiglia al suono della pioggia.

E quasi non ci si accorge di immergersi nella traccia successiva (“The Lamb, The Ma'am, And The Shim-Sham”) e di toccare con mano scintille di metallo, propaggini di rivelazioni intimidite e sfumature innervate al guscio inesplorato del silenzio. La tromba balugina distante, e sembra di ascoltare il rumore costante e intraducibile del mare. Tutto aleggia sul filo del baratro e dal terrore riceve un sovra-senso che solo il cuore può cercare di intuire. E’ questa, dopotutto, la forza prodigiosa del tragico tradotto in musica.

Poi, d’un tratto, anche gli oggetti rumoreggiano ed una voce robotica, kraftwerk-iana (!) s’insinua nella carne viva del mistero, non riuscendo, però, a denigrare la magia di una purezza ancora una volta “più profonda”…

30/10/2007

Tracklist

1. Incensing the Malediction Is a Lamb
2. A Lamb in Hand's Worth Two in the Ewe
3. Trumpet Twine the Lamb Unkyne
4. The Lamb, the Ma'am, and the Holy Shim-sham

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