"Mango" è un disco di canzoni, così come lo è quel gioiello di "23 Seconds" dei Cobblestone Jazz, riprende in mano le redini della nobile arte del saper dare anima e non solo corpo alla musica elettronica. C'è la stessa volontà che si ritrova anche in "Coloured In Memory" di un altro signorino che va tenuto d'occhio: Fairmont. Si potrebbe parlare di una nuova ondata berlinese, ma nel 2008 il mondo è paese, e la centralità di una città attorno cui raccogliersi non ha molto senso, ma le prime coordinate sono partite da lì all'inizio deli anni 90. È techno viva quella di Funke, che prende gli insegnamenti di Plastikman, Basic Channel e le prime ottime cose di Villalobos e le fa girare con il gusto Border Community. Ma non è modernariato, né tantomeno malinconia di un tempo andato, è hic et nunc, è l'esigenza di rimettere in carreggiata qualcosa di importante.
L'esperienza del dancefloor è ancora il riferimento, "Mango" è un album rivolto anche ma non solo al ballo. "Double Checked", scelto come singolo, è uno degli episodi più adatti a questo panorama, ma rimane forse la canzone più debole, quella che osa di meno con il suo incedere four to the floor e una varianza quasi assente. È comunque un gran bel sentire, intendiamoci. Sono più interessanti "We Are Facing The Sun" e la suaccessiva "Feather", che ricompongono quello spessore necessario per dare nuova credibilità al genere, il basso dub e il pianoforte percussivo per la prima o l'esplorazione deep della seconda, sulla quale Funke modella il suono anche grazie alla gestione del silenzio e della straficazione. Ritornano sempre imponenti le lezioni di grammatica sonora che hanno impartito anni fa i Global Communication, un'ombra lunga che continua a contagiare chiunque si cimenti su questo terreno.
"Mango" è un disco ispirato, non solo da tutti i nomi fatti in precedenza, ma da una forza d'animo vigorosa nel volere creare qualcosa di differente, che non porti necessariamente e solamente “oltre”, qualsiasi cosa questo oltre significhi, ma che desidera prendere le distanze da una deriva che nessun amante della techno sente propria. Questo è un diversivo, contribuisce con altri a cambiare la rotta e a far risorgere da sé stessa una musica rivoluzionaria; prima era “resistenza sotterranea”, ora è tempo di tornare alla luce.
(30/01/2008)