Daniel Martin Moore

Stray Age

2008 (Sub Pop)
songwriter, folk

Il saggista francese Jean de La Bruyère sosteneva che la modestia sta ai meriti come le ombre stanno alle figure rappresentate in un quadro, conferendo loro forza e rilievo. E’ facile credere che la semplicità nel proporsi, quella stessa straordinaria semplicità che si respira nella sua musica, abbia avuto per il cantautore statunitense Daniel Martin Moore un ruolo fondamentale nell’indirizzarne il percorso artistico “ad maiora”.
La storia del sodalizio tra Daniel Martin Moore e la Sub Pop ha inizio grazie a un demo di quattro brani che Daniel, a quei tempi cameriere nel bed & breakfast di un amico, aveva inviato alla casa discografica statunitense. Nel mare magnum di album promozionali ricevuti quotidianamente dalla label, l’“anonimo” demo di Daniel ha avuto il fortunato privilegio di un ascolto, e tanto è bastato: a distanza di poco meno di due anni dall’invio del demo, infatti, le canzoni di questo talentuoso songwriter del Kentucky hanno preso forma nel suo album d’esordio, licenziato da una delle indie-label più importanti d’America.

“Stray Age” è un approdo sicuro in un mondo che non ha tempo o non conosce più tempo: “Come be close and be rested”, sussurra Daniel nella ouverture, esprimendo perfettamente il mood rasserenante che aleggia sui brani infondendo un senso di pace all’ascolto. E non è forse un caso che la stessa “Stray Age” sia stata scelta per il titolo dell’album: in una “età di vagabondaggio” intesa in un’accezione tanto personale quanto universale, “Stray Age” vuole rappresentare un piccolo angolo di quiete per l’anima, un posto in cui dimenticare le tensioni quotidiane lasciandosi cullare dolcemente.
La musica di Moore è un caldo abbraccio che conforta i cuori smarriti, una rassicurante e tenera carezza che scioglie ogni ansia illuminando il viso e placando i turbamenti dell’animo.
Ed è grazie alla sapiente e mirabile cura nel dosare il folk più cristallino con arpeggi di chitarra acustica, sparse note di piano ed una voce profonda, suadente e pacata, che Daniel riesce ad infondere nei brani che compongono “Stray Age” quel colore e quel calore che fanno del suo esordio un piccolo capolavoro di semplicità e perfezione, reso tale grazie anche al prezioso aiuto del produttore Joe Chiccarelli (Stan Ridgway, Steve Wynn, Shins, White Stripes).

Senza una nota fuori posto o un fraseggio di troppo, l’opera del giovane troubadour del Kentucky risulta essere uno scrigno pieno di gemme preziose, che in un infinito gioco di rimandi richiamano non tanto il cantautorato di matrice statunitense quanto l’epoca d’oro del folk britannico – ed è solo per pudore e per il rischio di ripetere la triste storia di “al lupo, al lupo…” che in questa sede non si citerà il malinconico menestrello di Rangoon.
In questo senso la misurata ed eccellente cover di “Who Knows Where The Time Goes” dei Fairport Convention, qui virata in chiave maschile, è una chiara dichiarazione di intenti, ma brani come “The Old Measure” o “That’ll Be The Plan” ne reggono egregiamente il confronto, sia dal punto di vista compositivo che da quello degli arrangiamenti.
La malinconia della title-track, la delicatezza quasi jazzata di “It’s You” (sottolineata dal violino di Petra Haden), la bellezza classica e tradizionale di “In These Hearts”, il coinvolgente palpitare di “By Dream”, la sognante morbidezza di “Where We Belong” e infine la dolcezza di “The Hour Of Sleep”, una ninna-nanna che si posa leggera e rassicurante sull’ascoltatore (“The hour of sleep is upon us now, come rest your eyes, my darling one, your work today is done”): non un solo brano dovrebbe essere dimenticato, non uno saltato o ascoltato con minor attenzione e trasporto, concorrendo tutti in egual misura a comporre un insieme che, pur non cercando in alcun modo di suonare nuovo, riesce ad apparire fresco e senza tempo, grazie ad una capacità di scrittura raffinatissima e ad una perizia tecnica degna dei più rinomati artisti della scena folk.
C’è sicuramente qualcuno, sotto i “cieli del nord”, che si sente un po’ meno solo, adesso.

09/12/2008

Tracklist

  1. Stray Age
  2. It’s You
  3. That’ll Be The Plan
  4. In These Hearts
  5. Who Knows Where The Time Goes
  6. The Old Measure
  7. By Dream
  8. Where We Belong
  9. Restoration Sketches
  10. Every Color And Kind
  11. The Hour Of Sleep

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