Pontiak

Living

2010 (Thrill Jockey)
hard-psych-blues-rock

Il 2010 è ormai agli sgoccioli. Siamo qui a riordinare le idee prima di stilare le inevitabili classifiche di fine anno, che puntualmente saranno tutto fuorché definitive. Dicembre è il momento nel quale il recensore medio volge lo sguardo indietro per scovare qualche tesoro rimasto nascosto, e cerca così di dare un proprio minimo contributo affinché non cada per sempre nell'oblio.
Il quinto disco dei Pontiak non può passare inosservato in un'annata che probabilmente non resterà alla storia per l'altissimo livello qualitativo.
Questo che ci ritroviamo fra le mani è il quarto album (più un paio di Ep) inciso in meno di tre anni dai fratelli Carney: Van (voce e chitarra), Jennings (basso e tastiere) e Lain (batteria). Il trio americano da queste parti ha già ricevuto apprezzamenti con i precedenti "Sea Voids", "Maker" e "Sun On Sun", ma la sensazione è che "Living" abbia tutte le carte in regola per diventare il loro capolavoro, il loro (per il momento) disco definitivo.

"Living" è fondamentalmente un disco sperimentale nei suoni, ma dentro (e non sempre è così per lavori di questo tipo) ci sono anche le canzoni, gran belle canzoni. Tutto è strutturato e minuziosamente pianificato senza ricorrere ad alcun tipo di furbizia spicciola; ad esempio, si canta soltanto quando è strettamente necessario, senza preoccuparsi del fatto che diverse tracce restino interamente strumentali: se funzionano così, perché inserire per forza delle linee vocali?
Nel sound dei Pontiak potrete scovare numerosi richiami a stili o dischi storici, ma il citazionismo non è mai fine a se stesso, bensì il mezzo per costruire qualcosa di nuovo, quasi una nuova via da indicare ad altri.

Apparentemente la scorza è composta da un magma experimental noise ("Lemon Day"), ma a un ascolto più attento diviene evidente una forte matrice di rock-blues elettrico (facilmente rintracciabile in brani quali "Young", "Algiers By Day" o "Thousands Citrus", non troppo distanti dalle prime schitarrate dei Black Mountain), e psych ("Second Sun", la più lunga "Pacific"), che li conduce dalle parti dei migliori Black Angels.
Altre volte i fratelli Carney si dilettano a costruire carri armati ritmici con tendenza al rumorismo (lo strumentale "And By Night"), giocano a miscelare suoni, effetti e droni, (come nel caso di "Original Vestal"), oppure tentano la strada della ballata obliqua ma - vagamente - orecchiabile, vincendo la sfida sia in territori elettrici ("Beach", "This Is Living"), che acustici ("Forms Of The", i giri che caratterizzano la conclusiva "Virgin Guest").

Sono pronto a scommettere che "Living" lancerà definitivamente i Pontiak nell'olimpo delle band che conteranno nel secondo decennio del nuovo millennio. Fra hard-rock seventies e post-rock, il trio della Virginia sposta l'asticella verso l'alto miscelando chitarroni, Sonic Youth e Motorpsycho, posizionandosi a un passo dalla perfezione. Non lasciatevelo sfuggire: il 2010 non può prescindere da un disco come questo.

12/12/2010

Tracklist

  1. Young
  2. Original Vestal
  3. Algiers By Day
  4. And By Night
  5. Second Sun
  6. Beach
  7. Lemon Day
  8. This Is Living
  9. Pacific
  10. Forms Of The
  11. Thousands Citrus
  12. Virgin Guest

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