Orthodox

Baal

2011 (Alone)
heavy-psych, doom

Preceduto dal trascurabilissimo Ep 7” “Matse Avatar” (rilasciato dalla label ceca Doomentia nel giugno dello scorso anno), “Baal” prosegue la normalizzazione di quello che, nel 2007, con “Amanecer En Puerta Oscura”, era ancora un ottimo e raro esempio di jazz-doom in versione progressiva.

Marco Serrato Gallardo (voce, basso), Ricardo Jiménez Gómez (chitarra) e Borja Díaz Vera (batteria), pur mostrando una chiara tendenza ad accentuare l’intensità della loro proposta, creativamente si sono infilati in un vicolo che, almeno al momento, sembra senza via d’uscita. Se il doom sopravvive qua e là in queste cinque tracce (soprattutto nella poderosa “Hani Ba’al” e nell’agonia in slow motion della lunghissima “Ábrase la Tierra”, sepolta da uno tsunami di distorsioni e feedback), è soprattutto una muscolosa e vagamente esoterica variante heavy-psych a rappresentare il grosso di un disco solido ma lontano dalle vette del passato.

Quasi del tutto obliterate le sfumature spirituali dei primi due lavori, i sivigliani si dividono tra voli panoramici con screzi raga in diluizione psichedelica e campanellini d’ordinanza (“Alto Padre”), fughe ostili e rumorose, con climax elettrici (“Taurus”) e l’ennesima variante del retaggio immortale dei Black Sabbath (nello specifico, “Iron Man” che risplende attraverso una “Iatromantis” davvero niente male).

Certo, questo è un lavoro meno dispersivo del precedente “Sentencia”, ma la compattezza non sempre è un valore aggiunto, soprattutto quando il talento viene sprecato, magari pensando di allargare il numero dei propri estimatori.  

16/03/2011

Tracklist

1. Alto Padre
2. Taurus
3. Iatromantis
4. Hani Ba'al
5. Ábrase la Tierra

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