Dopo l'esordio minimal/techno di "Hazyville" e il glitch di "Splazsh", Darren Cunningham presenta la sua terza fatica in studio. Il percorso del dj londinese arriva a un'ennesima svolta: accantonate le cariche techno dei primi due lavori, Actress si lancia in una nuova sfida fatta di influenze dreamy. L'album presenta un'innumerevole quantità di generi, confermando la versatilità compositiva che da sempre contraddistingue Cunningham.
"R.I.P" può essere diviso in due parti: la prima raccoglie il seme più audace della sperimentazione, senza abbandonare mai l'essenzialità della migliore elettronica e con un forte sguardo all'indietronica nordeuropea. I cambi di sonorità sono assai frequenti: passiamo dal synth minimal di "Serpent" agli arpeggi di "Uriel's Black Harp", fino all'ambient di "Marble Plexus". La seconda parte, invece, riprende i temi più house cari ai due album precedenti.
La malinconica "Caves Of Paradise", unico episodio in cui è presente una parte vocale, precede "The Lord's Graffiti", che ha vero sapore di dancefloor ed è senz'altro il pezzo più ballabile dell'album.
Troviamo posto anche per la bassa fedeltà di "Raven", anticipata dal glitch di "Tree Of Knowledge".
Questo terzo disco rappresenta un'energia positiva, un'ondata di freschezza trascinante, unita a un pizzico di futuribilità che rende il lavoro uno dei più interessanti di questa primavera. Il punto di forza è sicuramente il senso di scorrevolezza che accompagna l'intera ora di ascolto: si ha la sensazione di essere parte integrante di quella consolle che a ogni traccia spinge verso nuove percezioni, rendendo il tutto quanto mai soggettivo e introspettivo.
Actress ha decisamente imboccato la via giusta, riuscendo per l'ennesima volta a rivoluzionare se stesso e la sua musica. Impressiona e stupisce con la sua inventiva coniugata a una semplicità di espressione che non scade mai in beat saccenti e ripetitivi. Volendo proprio trovare un difetto all'album, questo è il suo titolo, che paradossalmente è l'esatto contrario della vitalità che vi prenderà per mano in questi cinquantasette minuti di estasi elettronica.
Chi ha voglia di restare in pace, lo faccia pure. Chi preferisce altro non può però perdersi "R.I.P".
23/05/2012