Il terzo album dei Deadfly Ensemble esce per Projekt. E già questo basterebbe a lasciare attonito un po' chiunque: la label americana ha aperto ultimamente le proprie frontiere a mondi musicalmente distantissimi dalla propria proposta originaria a cui era rimasta per anni ancorata. Ma la formula del quintetto newyorkese è forse la più distante di sempre dai canoni usuali del dark-wave ad essere accettata presso la scuderia di Sam Rosenthal.
La connessione più stretta fra le recenti passioni del magnate e l'orchestrina capeggiata dall'ex-Cinema Strange Lucas Lanthier è senz'alcun dubbio la teatralità della musica di questi, lontana però anni luce dal dark-cabaret degli Adrian H And The Wounds, dal fervore punk dei Dresden Dolls o dalle perversioni dei Black Tape For A Blue Girl di “10 Neurotics”.
Ma come si può definire la musica dei Deadfly Ensemble? Fermandoci ai primi due album prodotti dai cinque, avremmo trovato pochi dubbi a classificare come gothic-folk una proposta che da Sol Invictus e Death In June pareva ereditare l'anima musicale, da Virgin Prunes e Sopor Aeternus l'abilità performativa. Ma, con “An Instructional Guide For Aspiring Arsonists”, la faccenda si complica in maniera decisiva.
Le tessiture vengono profondamente scarnificate, ci sono chitarre wave, bassi che scandiscono con precisione svizzera escursioni in tempi dispari e cambi di ritmo improvvisi e inattesi. C'è un Lanthier mai così impersonato nel ruolo di narratore, voce guida per le numerose divagazioni strumentali della sua creatura, registrate rigorosamente in lo-fi. Sommando le parti, ne esce un clima a dir poco surreale, nel quale sembra quasi di assistere alla performance di cinque cortigiani rinascimentali che si cimentano con una macchina del tempo, nell'interpretazione dei canoni post-punk dei primi Ottanta.
E' una miscela che avrebbe tutte le carte in regola per riscrivere gli standard sonori del concetto stesso di neo-folk, ma che pecca alla prova dell'ascolto di un'evidente voglia di “strafare”, con l'insanabile conseguenza di scivolare più volte nel kitsch. Alla band non mancano i pezzi da novanta e la convinzione per sfondare, evidenti nella bellissima e opprimente marcia di “Hammer, Anvil And Stirrups”, perfetta fusione di cabaret, istrionismo e tradizione nonché vetta indiscussa del disco.
Le potenzialità del quintetto fuoriescono appieno quando gli strumenti prendono il sopravvento (le due metà di “Lizard Tree On Fire”, l'esplosiva marcia di “Dog Vs. Postman, In B”, l'ipnotico incedere di “Commercial Success”) o un'inedita vena romantica abbraccia le partiture (“The Glorious Immolation Of The Holy Order Of The Sun”), regalando momenti di alta classe e pregni di spunti originalissimi. Laddove gli elementi sono chiamati a unirsi, la formula inizia però a mostrare la corda: “Wild-Eyed Hounds” è salvata in corner da un'impostazione prettamente post-wave, ma la stessa fortuna non capita alla straziante “The Early Years Of Dr. Linsday”, all'indigesta favola nera di “Concerning Two Lunatic Vagabonds Of The Middle Ages” e allo scivolone kitsch della conclusiva “Marvelous Murderess”, che tenta di abbinare ironia e trionfo del macabro.
Ancora una volta la Projekt ha visto bene, individuando il talento e l'ispirazione di una band destinata probabilmente - dopo l'abbandono del gothic - a scrivere pagine importanti dell'ormai corposo libro del dark-folk. Purtroppo, però, “An Instructional Guide For Aspiring Arsonist” fallisce nel tentativo di rientrarvi appieno, evidenziando la necessità di un ulteriore passo avanti in personalità. Acerbo, con ampi margini di miglioramento.
10/10/2012