In fin dei conti, un po' tutto il movimento drone-folk-psichedelico diffusosi in quest'ultimo decennio sembrerebbe dedito alla rievocazione di un ritualismo primitivo, alla celebrazione dell'armonia tra la natura e un'imprecisata (ma sempre presente) entità superiore. Così, mentre i Natural Snow Buildings, incontrastati paladini del movimento, si immergono sempre più a fondo negli abissi sconfinati della galassia, c'è chi rimane ancora saldamente a terra, inebriato dallo spirito che anima le cose del mondo.
Dietro al nome del duo Jüppala Kääpiö (Hitoshi Kojo e Carole Zweifel) c'è un'autentica storia di scoperta e rivelazione attraverso il viaggio, il contatto con e tra culture diversissime idealmente unite da una sola anima. Perciò il suono di "Animalia Corolla" è ricchissimo di suggestioni e si avvale delle voci faunistiche più svariate; talmente intenso che ascoltandolo pare di disturbare qualcosa di sacro e solenne, benché i toni siano assolutamente "comunitari". È una musica che tende a calamitare tutte le forze che la circondano, a trarre energia e insegnamento da ogni cellula e a restituirli con ardente passione.
I vocalizzi ci introducono e continuano a guidarci in una tradizione che sembra avere radici antichissime, una forma di rito ancestrale simile a quello che da anni viene celebrato dalla sacerdotessa Fursaxa; solamente il breve preambolo può considerarsi in maggior contatto con la deriva cosmica del duo Ameziane/Gularte. L'immediatamente successiva "Yôkoso" è infatti una peculiare epifania musical-ornitologica, dove il vocìo degli uccelli incontra e si confonde con le nenie femminili, uniche garanti dell'origine antropica della stessa. Analogamente si può parlare di "Pollen Penetration", che come da titolo evoca una sensuale danza propiziatoria per la fecondazione dei fiori - un inno ancor più "terreno" (ma certo anche più empatico) della celebre "Sagra" stravinskijana.
A ciò segue una vera e propria parentesi "astratta" all'interno del disco, una lunga deviazione caratterizzata da inserti elettroacustici, archi di vario spessore (talvolta in reverse), tintinnii e brevi pennellate di pianoforte; gli occasionali barlumi naturalistici - bolle d'acqua, fruscii vegetali, (interse)canti spiritici - non fanno che rafforzare l'idea di una foresta impenetrabile, riproducibile soltanto per suggestioni approssimate.
Poi il ritorno tribale, la vera comunione dopo la fase iniziatica. "Ape Regina" si espande gradualmente in una cerimonia tanto stratificata quanto perfettamente orchestrata: voci, percussioni, archi e vibrazioni droniche divengono una cosa sola, sublimando in una nuova dimensione percettiva che in pochi esiterebbero a chiamare religiosa. Un sentimento di unione col Creato destinato a divenire davvero solenne nell'ultima, magistrale sinfonia drone, che si direbbe memore del misticismo professato dal nostro pioniere Giacinto Scelsi; un "Natura Renovatur" nel senso più vero del termine, che col denso attrito delle sue viole ne pare quasi una sintesi di più ampia resa prospettica, brulicante di esseri viventi e sormontata dall'enormità del cosmo.
Senza nulla togliere ai decennali fratelli maggiori, si può dire che la musica degli Jüppala Kääpiö gode, in buona sostanza, di un approccio più "integralista" - nella migliore delle accezioni possibili - tale per cui il suono sembra scaturire da un'energia selvatica, e dalla quale i musicisti si fanno dominare senza riserve. L'inedita compenetrazione, volendo anche erotica, con la realtà che celebra rende "Animalia Corolla" un'esperienza profondamente rigenerante: la musica, una volta di più, si conferma come strumento in grado di trascendere le ideologie e farsi pensiero assoluto. E il naufragare è dolce.
14/06/2012