Mika Vainio

Fe3O4 - Magnetite

2012 (Touch)
musique concrète, avant-garde

Immaginate di scorrere fra le sperimentazioni di Cage e Stockhausen, passando per la musique concrète del GRM di Schaeffer, la musica cosmica più estrema, il noise, l'industrial, la minimal-techno, il glitch e le recenti avanguardie elettro-acustiche. Fondete ora tutti gli elementi facendoli reagire in un unico altoforno per amalgamarli e farne uscire un prodotto unico: si otterrà così "Fe3O4".

C'era una volta Mika Vainio, ci furono una volta i Pan Sonic. Il finlandese, terminato il percorso al fianco del connazionale Ilpo Väisänen, si è dato a un'attività poliedrica, spaziando da memorie dell'antico incantesimo avant-minimale a digressioni nell'oscurità dell'ambient-drone.
Ma questo nuovo disco, che segue di un anno il precedente, nostalgico "Life (...It Eats You Up)", è lontano anni luce da qualsiasi esperienza precedentemente affrontata dall'artista, nonché da qualsivoglia forma di classificazione.

Il soggetto su cui il concept si basa (e la cui formula chimica da il titolo all'album) è la magnetite, ovvero il minerale con il più alto tenore di ferro e con le massime proprietà magnetiche esistente in natura. Queste caratteristiche si ripercuotono in toto nel sound del disco, che pare volerle descrivere e musicare: non c'è strumento musicale, melodia, ritmo o struttura, ma solo un flusso vagante e instabile di onde sonore, fruscii, campionamenti, disfunzioni, field recording e rumori di oggetti quotidiani; il tutto, ovviamente, processato poi mediante l'ormai "classico" laptop, a definire un ambiente metallico e ostico, ma al tempo stesso carico di un'incredibile forza attrattiva.

Il proemio introduttivo è affidato a "Magnetia", che si apre e chiude all'insegna di un silenzio rotto solo da leggeri rintocchi e da sinusoidi in libera rarefazione, prima che a metà brano esse non si mutino in siluri impegnati nello sfondare un muro di bassi ridescenti. "Magnetotactic" viaggia tra una frequenza scalfitta da lividi bleeps e un contorto reticolo di apocalittiche distorsioni, mentre "Magnetosphere" si vota in toto a un'elettronica primordiale, sviluppando la simbiosi tra silenzio e rumore attraverso campionamenti vocali, minuti interi di vuoto sonoro e improvvise catarsi di furiosi e terrorizzanti droni metallici, apparenti estratti da una colonna sonora per il più spaventoso dei film horror.
L'alienante "Magnetism" cresce invece per cinque minuti filati tra pulsioni impercettibili e stridori fantascientifici, prima di eruttare in un glitch vorticoso e vibrante. La tempesta di field recording di "Magnetosome" e il conclusivo pastiche di interferenze radio, siluri fendenti e sample atonali di "Elvis's TV Room" - unico brano a non portare nel titolo un riferimento al magnetismo - chiudono alla perfezione il cerchio, dal quale resta esclusa la bellissima "Magnetosense", che concede una sorta di pausa a metà lavoro cullando i sensi all'insegna di un ambient-drone ciclica e ipnotica.

Disco intriso di coraggio ed estremismo, fra le release più inaccessibili degli ultimi anni di avanguardia, "Fe3O4 - Magnetite" è un autentico trattato che convoglia anni di ricerca, aggiornando le sperimentazioni dei padri dell'avanguardia con le evoluzioni subite dalla stessa nel trascorrere del tempo. 
È sintesi e connubio di ricerche, esperienze e sentieri che hanno fatto la storia, forte della capacità di aggirarsi con eleganza nei più estremi confini del concetto stesso di musica.

12/09/2012

Tracklist

  1. Magnetia
  2. Magnetotactic
  3. Magnetosphere
  4. Magnetosense
  5. Magnetism
  6. Magnetosome
  7. Elvis's TV Room

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