La gallese Cate Le Bon si rimette in gioco, a due anni dal convincente “
Cyrk” e dopo aver partecipato come
guest al ritorno discografico dei
Manic Street Preachers, dei quali è stata anche
opening-act in tour. Per farlo, decide di rimescolare un po’ le carte in tavola, proponendo un lavoro ricoperto da uno strato di antica polvere
sixties più che apprezzabile.
Registrato in California, dove Cate Le Bon si è recentemente trasferita, “Mug Museum” ne ha subito l’influenza, assorbendo quell’ozioso, rilassante calore tipico della West Coast. La protetta di
Gruff Rhys gioca ancora a fare la
Nico, specialmente negli epsisodi più
psych dell’album: sopra la claudicante chitarra solista di “Cuckoo Through The Walls”, tra le pieghe dell’organo da chiesa che accompagna “Mirror Me”, facendo proprio il
mood alla
Velvet Underground scandito dal basso ipnotico di “No God”. La traccia d’apertura “I Can’t Help You” è un luminoso e ingannevole
divertissement, ma il meglio la Le Bon lo offre nei momenti più lenti: il sentito duetto con
Perfume Genius “I Think I Knew” e la
kinksiana “Are You With Me Now?”, che non avrebbe sfigurato come brano originale nella
soundtrack di un film quale
The Boat That Rocked.
“Mug Museum” è un album dove si incontrano i diversi aspetti della personalità di Cate Le Bon, trovando più di un punto d’incontro per una pacifica e fruttuosa convivenza tra le radici britanniche e le nuove influenze oltreoceaniche. La patina retrò contribuisce a dare al tutto un sapore senza tempo, grazie anche alla versatilità vocale e artistica che la Le Bon dimostra di possedere e padroneggiare. Un talento confermato, dal quale ci si aspetta ora il (grande) salto di qualità.
09/12/2013