Obaro Ojimiwe è davvero un gran bel tipo, non c’è che dire. Dopo aver scosso (e non poco) gli animi con il notevole “Peanut Butter Blues & Melancholy Jam” - album d’esordio sganciato un paio d’anni fa in piena ondata dubstep - l'elegante producer inglese han ben pensato di allontanarsi per alcuni mesi dalle scene e dedicarsi anima e corpo a un'altra sua grande passione: la maratona. Ad essere sinceri, l’obiettivo di dimagrire e cambiare pelle a suon di estenuanti marce è riuscito perfettamente. L’aria paffutella e un po’ imbronciata di qualche annetto fa ora è solo un lontano ricordo. Obaro è praticamente un’altra persona. E’ in gran forma e, a vederlo nelle ultime istantanee in circolazione sul web, è a tratti davvero irriconoscibile. In sostanza, c'è un nuovo look da inseguire, meno stradaiolo e più casual, e con esso nasce anche un nuovo modo di concepire la propria musica.
Così, per questo suo secondo lavoro, Obaro ha deciso di mettere da parte l’irregolarità metrica e ritmica del passato, appannaggio di una maggiore pulizia dei suoni e di una ritrovata armonia melodica. “Some Say I So I Say Light” è innanzitutto un disco suonato. Nella leggiadra andatura pop di “Plastic Bag Brain” spunta finanche una vera e propria band composta da Dave Okumu, Richard Formby e sua maestà Tony Allen. La spigolosa e inafferrabile inquietudine sonora che caratterizzava l’esordio è qui esposta con un’insospettabile fruibilità “rock”.
Non c’è obliquità nel groove o di quel che resta del groove. Mentre l’atmosfera, seppur in gran parte ancora ombrosa e notturna (sopra ogni cosa “12 Deaf” e la sonnambula “Comatose”), mantiene un suo equilibrio costante in tutto il disco, tra squarci di assoli posti in coda e organetti vintage in andatura vagamente blues (“Sloth Trot”), o candide ballad rappate con imperscrutabile dolcezza e una pacata energia interiore (“Dorsal Morsel”).
“Some Say I So I Say Light” ci consegna dunque un poeta fantasma più visibile, meno sfuggente alle masse e per certi versi più “sornione”, ma non per questo meno abile e ispirato nel cadenzare con maestria ogni suo singolo passo.
(19/06/2013)