Con il suo visionario e fantascientifico death-metal, in cui l’eco dei Gorguts convive con le immagini più spaventose della mente di Lovecraft, in cui la psichedelia spaziale degli Hawkwind viene catapultata verso profondità sempre più oscure ed enigmatiche, il trio capitanato da Eric Hersemann ci ha regalato, durante gli ultimi anni, un paio di lavori assolutamente degni di nota. Si attendeva, quindi, questo quarto loro disco con una certa ansia, soprattutto dopo la notizia di un nuovo cambio di line-up, in seguito all’arrivo del cantante Eston Browne (proveniente dagli Humanity Falls) e del batterista Nate Cotton, che aveva già suonato con la band dal vivo durante il tour del biennio 2009-2010.
Rilasciato sempre dalla Willowtip, “Multi-Dimensional Fractal-Sorcery And Super Science” è un disco che sostanzialmente prosegue nel solco del suo predecessore, continuando a macinare tech-death progressivo dell’iperspazio, anche se il sound mostra di essere diventato, nel frattempo, più compatto e rifinito. Continuando a veleggiare nei pressi di mondi paralleli, in cui le dimensioni sono così stratificate che il pensiero razionale finisce per farci la figura del fesso, la musica dei Gigan conferma di meritarsi tutte le lodi degli addetti ai lavori.
Al comando di questa bestia imbizzarrita, c’è sempre la chitarra dell’ex-Hate Eternal, che domina la scena con guizzi lisergici, scariche rovinose e assoli-serpentine (ascoltate, per esempio, quelle all’inizio di “Mother Of Toads”) come evoluzioni disorientanti di un giano bifronte Helios Creed/Trey Azagthoth. Nelle retrovie, invece, i nuovi sodali scatenano il finimondo: Cotton con un lavoro ipercinetico e pulsante di blast-beat e bombardamenti a tappeto; Browne con un growl reso ancora una volta disumano dall’uso di distorsioni ed effetti.
Se nell’iniziale “Beneath The Sea Of Tranquility” l’ambientazione sci-fi si dilata lentamente fino a guadagnare un’imponenza horror-futuristica, in brani come “Influence Through Ritualistic Projection”, “Electro-Stimulated Hallucinatory Response” o “Gibbering Hordes Of Zemiath”, la band si lancia a capofitto dentro brani-allucinazioni che non lasciano scampo. Un caos supersonico che, quando vuole, sa anche creare geometrie in corsa, come dimostra “Cosmic Triangular Communications”.
Alla fine della corsa, le orecchie vi fumeranno di brutto…
04/11/2013