Gigan

Il death-metal del "falso occhio"

intervista di Francesco Nunziata

Quando pubblicarono "The Order Of The False Eye", i Gigan erano pressoché degli sconosciuti, eppure s'imposero immediatamente come una delle formazioni più interessanti del death-metal contemporaneo. Quello che poteva sembrare un semplice exploit si è rivelato, poi, essere, con la pubblicazione del recente "Quasi-Hallucinogenic Sonic Landscapes", solo un primo passo nella costruzione di un sound assolutamente originale, in cui convivono una passione sfrenata per la psichedelia spaziale degli Hawkwind, i minimalismi chitarristici degli Orthrelm, la furia progressiva e geometrica dei Gorguts e l'amore per l'universo horror-fantascientifico di H.P. Lovecraft.
Abbiamo raggiunto via mail il chitarrista e fondatore della band della Florida, Eric Hersemann.  

Come nascono i Gigan?

Dopo molti anni trascorsi in altre band, capii che era giunto il momento di mettere su qualcosa di mio. L’unico limite sarebbe stato la mia immaginazione.

Quando l’avventura è iniziata, cosa ti frullava nella testa?
Che il mondo fosse ai miei piedi. E che fosse giunto il momento di prendere il sopravvento...

Cosa significa “Gigan”?
Gigan è una parola giapponese che sta per “falso occhio”. Si tratta di un riferimento alla capacità dell’uomo di guardare al di là del proprio “occhio della mente”. 

eric_hersemann_02Prima dei Gigan, hai suonato negli Hate Eternal. Cosa ricordi di quell’esperienza?

Si trattò di un’esperienza molto formativa per me! Sono onorato di aver fatto parte della storia degli Hate Eternal, anche se il mio coinvolgimento fu minimo (Eric vi suonò la chitarra tra il 2005 e il 2007, ndr). Imparai tutti i loro brani e ho suonato in due video, ma non ho mai preso parte ad un loro live o registrato con la band. Prima che ce ne fosse la possibilità, decisi di lasciare e di fondare i Gigan.

Perché, a suo tempo, hai deciso di suonare proprio death-metal?
Suono metal sin da quando, a nove anni, ho iniziato a suonare la chitarra. Oggi ho 34 anni e mi sento a mio agio un po’ con tutti gli stili. Perché proprio death-metal? Perché mi piace suonare veloce, mi è sempre piaciuto! Ho sempre avuto molte emozioni “represse” e il death-metal è stato sempre una buona “liberazione” per me! Esprimo me stesso, a livello creativo, in molti modi, ma la chitarra è stata una buona amica per me. Prima di ogni cosa, mi sento un artista. 

Quali sono le tue più importanti influenze?
Sono influenzato un po’ da tutto quello che mi circonda. Soprattutto dalla mia immaginazione.

Le vostre canzoni hanno un pronunciato feeling spaziale e lisergico. So che gli Hawkwind sono una delle tue band preferite, non è così? Insomma, come definiresti il sound dei Gigan?
Io adoro gli Hawkwind!!! Definirei i Gigan una band di "psychedelic extreme metal". Più colori ci sono e meglio è!

Dieci dischi essenziali per la tua formazione musicale...
Te ne dico quindici, senza un ordine preciso…

Miles Davis – The complete Bitches Brew.
Primus – I primi quattro album
Rush – tutto, ma soprattutto Moving Pictures.
Coroner - Punishment for Decadence.
Thanatopsis - tutto
Jimi Hendrix - Axis: Bold as Love.
Sugar Hill Gang - tutto
GZA - Liquid Swords.
Terrorizer - World Downfall.
Iron Maiden - Killers, Powerslave e Seventh Son of a Seventh Son.
Autopsy - Mental Funeral.
Sadus - Swallowed In Black.
Morbid Angel - Altars of Madness, Blessed Are the Sick, Covenant e Formulas Fatal to the Flesh
Henry Manfredini - tutto
Goblin - tutto

Inoltre, aggiungi ogni tipo di musica classico-orchestrale, soprattutto quella più “aggressiva”. Ma sono sempre pochi, perché ne avrei tanti e tanti altri!!!

Ah, i Goblin! C’è qualche altra band italiana che apprezzi?
Mi piacciono i Putridity, i Fleshgod Apocalypse e anche gli Hour of Penance.

Quando e in che modo hai incontrato i tuoi attuali compagni d’avventura?
Sia John (Collett, il cantante; ndr)  che Kaish (Doane, il batterista, ndr) li ho incontrati mentre ero in tour con i Gigan: Kaish, mentre ero in tour con i Vital Remains e John mentre la sua band apriva per noi, durante un concerto in quel di Tampa, Florida.

Cosa è successo con Randy Piro e Danny Ryan?
Danny lasciò per problemi con la legge: non ha potuto lasciare la Georgia (la sua terra natale) per un anno. Randy, invece, se ne andò perché non aveva più voglia di andare in tour. Lasciò la band un mese prima del tour insieme con Origin e Malevolent Creation, nel giugno del 2010.

jason_collettFacciamo una piccola retrospettiva sui vostri dischi. Partiamo da “Footsteps Of Gigan”.
Doveva essere un demo, ma quando lo abbiamo registrato, all’inizio del 2006, la Index Entertainment lo ha apprezzato così tanto da decidere di pubblicarlo!

Poi, il grande salto con “The Order Of The False Eye”…
Questo fu il nostro primo full length. Lo registrammo con Sanford Parker a Chicago. In seguito, abbiamo fatto un lungo tour!

A mio avviso, in "The Order Of The False Eye" ci sono evidenti richiami ai Gorguts di “Obscura”…
Ci sono due o tre riff che Randy scrisse pesantemente influenzato da “Obscura”. Tutto il resto è pura coincidenza.

A proposito, parlami di “Unnamed”, la lunga jam (oltre ventuno minuti!) che chiudeva il disco. Un momento molto suggestivo. Era una bonus-track, come leggo da qualche parte, oppure faceva parte integrante del disco?
Doveva essere una bonus-track senza titolo. Comunque, si tratta solo di una sezione di una jam improvvisata molto lunga. Non le abbiamo dato un titolo perché la cosa ci divertiva molto…

E, infine, il recentissimo “Quasi-Hallucinogenic Sonic Landscapes”. Quali sono le differenze più evidenti tra questo nuovo lavoro e quelli precedenti?
"Quasi..." è senza dubbio il nostro lavoro più focalizzato e anche quello registrato meglio. Vanta una produzione migliore, insomma, e un songwriting superiore. Abbiamo deciso di lavorare ancora con Sanford. Sì, senza dubbio la cosa migliore fatta dai Gigan, fino a questo momento!

C’è una sorta di concept dietro le otto tracce del disco?
No, nessun concept specifico, fatta eccezione per la filosofia dei Gigan:”lascia che l’immaginazione diventi il tuo unico limite!”

Che significato ha il titolo “Quasi-Hallucinogenic Sonic Landscapes”?
Mi piaceva dare un’indicazione relativamente precisa alle persone che avrebbero comprato il disco. Il titolo è una descrizione del feeling complessivo del disco.

Cosa mi dici del processo di scrittura dell’album?
Molto intenso, ma anche molto riuscito! Molto regolare, inoltre, tanto che, una volta entrati in studio, il processo di registrazione si è rivelato eccellente. Abbiamo lavorato, come ho già detto, con Sanford Parker e lui ha fatto davvero un grandissimo lavoro!

Cosa ha ispirato le liriche e in che modo ci hai lavorato?
Tutte le mie liriche nascono in momenti differenti e questo significa, dunque, che, quando ci lavoro, ho anche umori diversi. L’ispirazione arriva da tutto quello che si agita nella mia mente. Qualsiasi cosa la mente mi offre, io lo metto giù. Di solito, mi baso su di un concept specifico e solo in seguito mi giungono le parole. 

Su questo nuovo lavoro, ci sono delle tracce a cui sei particolarmente legato o che, quantomeno, nascondono qualche storiella interessante?
Una delle mie preferite è "Mountains Perched Like Beasts Awaiting the Attack". L’idea per questo brano mi è balenata nella mente mentre eravamo in tour. Stavamo guidando attraverso alcune vaste catene montuose e ho pensato: cosa accadrebbe se le montagne fossero, in realtà, degli esseri senzienti che sono qui da sempre e sono in agguato? Mi sono, inoltre, domandato se gli atteggiamenti corrotti della razza umana potessero generare abbastanza forza negativa da rianimare le pietre… Nel caso, quale sarebbe il risultato?

I vostri brani hanno un tocco sci-fi molto pronunciato. Mi sa che sei anche un fan di Lovecraft, vero?
Certo, io adoro H.P. Lovecraft. Senza di lui, i Gigan non sarebbero mai esistiti! È la mia influenza letteraria più importante. Nella sua epoca, fu tremendamente sottovalutato...e io ho molta simpatia per questa sua "situazione".
Per quanto riguarda il tocco fantascientifico, tutto ciò che è "oltremondano" mi ispira profondamente.

kesava_kaish_doane_01Secondo te, perché molte formazioni del metal estremo si rifanno all'immaginario di Lovecraft?
A mio avviso, la ragione principale sta nella sua sintesi perfetta di horror, fantasy e sci-fi. La sua immaginazione è stata così meravigliosa e dettagliata da aver avuto la capacità di ispirare molte formazioni. E molte altre lo saranno in futuro.

Il vostro brano più Lovecraft-iano?...
"In the Tentacled Grasp Of A Buried Behemoth" è la prima parte di una serie di brani basati proprio su H.P. Lovecraft...

Dunque, ascolteremo le altre parti nei prossimi dischi?
Forse...;)

Che tipo di tour avete approntato a supporto di questa nuova release?

I Gigan sono sempre stati una “touring band” e per questo disco non faremo di certo un’eccezione! Abbiamo già un tour nordamericano con Grave, Blood Red Throne e Pathology. Dovrebbe iniziare tra Agosto e Settembre. In seguito, sempre nel Nord America, saremo in giro con gli Immolation, per tutto Ottobre! Altri tour sono ancora in fase di definizione. Speriamo, poi, di venire in Europa e anche nel resto del mondo! Apprezziamo tutti i nostri “alleati” e speriamo di poterli incontrare tutti!

E l’Italia?
Sono stato in Italia sia in vacanza che in tour, ma quando suonavo con i Diabolic. Con i Gigan, non ancora, purtroppo!

Qual è la tua opinione sull’odierna scena del metal estremo e del metal in generale?
A mio avviso, sia il metal più estremo che quello più tradizionale stanno attraversando un periodo di evoluzione, con band ed etichette che cercano, in ogni modo, di fare fronte a tutti i “furti” di internet. Speriamo che le cose si risolvano da sole e in breve tempo, oppure tutti dovranno iniziare a prodursi la musica da soli. Nel frattempo, i Gigan continuano a fare quello che amano fare di più in assoluto: fare delle jam!

È ancora viva l’eredità della storica scena death-metal della Florida?

Assolutamente! Ci sono molte band che continuano a nascere, in un numero ancora maggiore rispetto al passato. Alcune lasciano il tempo che trovano, ma altre sono molto buone. Tampa, poi, ha una delle scene metal più forti dell’intero paese!

Qualche band “molto buona”?
No, meglio se indaghi da solo! Questo è quello che internet ci consente di fare! Quello che è buono per qualcuno non è così buono per qualcun altro… Però, per esempio, i Maruta non sono niente male…

Durante questi anni, come si è evoluto il tuo stile chitarristico?
Sto costantemente migliorando, giorno dopo giorno. Per me, la musica è come un linguaggio e io apprendo nuove parole ogni giorno.

Alcune delle tue più deliranti progressioni chitarristiche (penso, per esempio, a tracce come "Space Coffin Hallucination", “Mountains Perched Like Beasts Awaiting The Attack” e “Suspended In Cubes Of Torment”) mi ricordano Mick Barr, soprattutto nella sua fase Orthrelm. Lo conosci?

Mai sentito nominare. Dovrò provare ad ascoltarlo, in un modo o nell’altro.

I tuoi chitarristi preferiti?
Non ci sono "preferiti"; piuttosto, apprezzo alcune caratteristiche di diversi chitarristi, tra cui Jimi Hendrix, Eddie Van Halen, Alex Lifeson, Ler LaLonde, Trey Azagthoth, Buckethead, Eric Cutler, Danny Coralles e molti altri...

In giro vedi qualche band “simile” ai Gigan?
Ci sono band con elementi simili: blast-beat/doppia cassa/tempi veloci, ma nessuna band condivide ancora il nostro sound. Per essere onesti, non ascolto molte nuove band, così, ovviamente, potrebbero anche essercene in giro, chi lo sa?

In che modo ti sei imbattuto nella Willowtip Records?

Ci contattarono mediante il nostro agente, mentre stavamo cercando una nuova “sistemazione”. Jason Tipton (il presidente della label) mi contattò e il resto è storia!

Direi che, per il momento, può bastare, Eric. In bocca al lupo e, se ti capita, passa per Napoli!
Ok, amico! Grazie ancora per il sostegno! Spero di vederti presto in Italia!

(14/08/2011)