Già tornato a sorpresa nel 2010 con il generoso, elettronico “Siamo nati vegetali”, il veterano Andrea Tich, origini siracusane, aggiunge un altro capitolo alla sua scarna discografia - peraltro inframezzata anche dalla colonna immaginaria “Milano città nella città” (1991, in collaborazione con Maurizio Marsico) - con un altro monolite, il doppio “Una cometa di sangue”.
Presentato come un quasi-concept irrazionale, in realtà suona come un diario confuso, nelle forme del tipico viaggio a ritroso à-la “Posto delle fragole”, che contiene spunti velatamente eterogenei per lo più stridenti, tra cui del materiale vecchio che avrebbe dovuto far parte di un lost album, il seguito di “Masturbati” (1978) mai pubblicato dalla Cramps.
Si passa dalla mimica mediorientale da classifica (“Biodiversi”, “Puoi cantare”, “Puoi cantare”), alle sburre tecnologiche che franano in involontari remix di Renato Zero (“L’aria che ti attraversa”, “Ma perché incontrarti”, “Sono solo i tuoi occhi”, “Star con te”, “Io tempo ti conosco” etc.), a ballate regolari (“Strade di città”, “Amore sconfinato”) e inni (“Una cometa di sangue”, “Siamo soli più che mai”, e l’electro di “Vecchio mondo”, una delle sue più fedeli imitazioni di Battiato).
I momenti che contano davvero sono comunque quelli - ben più rari - della sincerità, come il canto salmodiante di “Canzone per Enzo”, la lunga introduzione danzante e suadente di “Voglia di cambiare”, la serenata psichedelica di “La leggenda della voce solitaria”. Il miglior agglomerato di arrangiamento sta in “Chiodi fissi”, uno scampanellio alieno che tratteggia i timbri dell’avanguardia (simil-piano preparato, toni stocastici di Brian Eno, rumori concreti), ma anche lo strumentale di chiusa “Il posto”, a due passi da Robert Wyatt.
Una pietra miliare, se i gusti sono la musica leggera, il “White Album”, Sanremo e una tecnica di montaggio di studio che restituisce suoni di relax salottiero. Mestiere, cura e ricercatezza, arrangiamenti che cambiano assetto di continuo: niente, però, spezza la monotonia della retroguardia e l’indistinta procedura per accumulazione. Di fatto accreditato ad Andrea Tich e le Strane Canzoni. Dedicato a Enzo Bianca, scomparso durante la lavorazione dell’album, seconda voce e percussionista del cantautore, ma c’è un pensiero anche per il suo primo produttore Claudio Rocchi. Co-prodotto con Interbeat.
11/10/2014
Cd 1
Cd2