Andrea Tich

Siamo nati vegetali

2010 (Snowdonia)
songwriter

Dalla mitica Cramps, casa produttrice dell'esordio di "Masturbati" (1978), all'altrettanto mitica Snowdonia, produttrice del secondo "Siamo nati vegetali", di ben trent'anni successivo. Questo passaggio di testimone è già una dichiarazione programmatica per Andrea Tich, cantautore e compositore di origini siciliane, attivo dapprima con i Bazaar (con Claudio e Elio Panarello). "Masturbati" è così un canzoniere alla Alberto Camerini che - a parità di ironia vitale - suona più magico che tecnologico, e ha note disturbanti, effetti acustici che marcano le liriche, un frasario colloquiale-giovanilistico che dialoga con disturbi obliqui e favolette psichedeliche, quasi un "Hunky Dory" di Bowie in versione sfatta.
In questo gioiellino nascosto della discografia italiana collaborano il fido Claudio Panarello alla batteria, Lucio Fabbri al violino e Daniele Cavallanti al sax.

Quello che sembrava destinato a rimanere una classica one-hit wonder italica è invece scovato e ridato a nuova vita dalla provvidenziale label messinese. "Siamo nati vegetali" raccoglie canzoni scritte in questo lungo iato, e quindi arrangiate rimpiazzando l'originario esistenzialismo fiabesco con le qualità trascendenti delle tastiere elettroniche. Questa nuova intelligenza partorisce ballate enoiane come "Raccontami", "Siamo nati vegetali" e "Vento freddo" (la cui coda magmatica la rende un po' la sua "Tusk").

Tich azzarda pulsazioni techno in "La notte" e "Una storia" (e scade nella poca raffinatezza disco-music di "Sento scricchiolii" e negli eccessi kitsch degni del tardo Battiato di "La scatola" e "Finalmente lucciole"), ma impagina anche andamenti languidi come "Invece di volare", "Il segnale" e "Cinque stagioni", andamenti crepuscolari come "Troppa felicità" e confessioni come "Terremoto".
Man mano si scopre la chiave dell'opera: un ciclo di canzoni altamente coerente, a due passi dall'album fotografico ("Vallì", "Ma ti ricordi"). Spesso i suoi sussurri lasciano il posto a concertini senza voce che completano la narrazione con anche maggiore commozione: "Non mi abbandonare", in questo senso, è una delle più emblematiche.

Il passaggio tra "Masturbati" e "Siamo nati vegetali" (in cui però si frappone un'intensa attività per cinema e pubblicità, oltre a collaborazioni e comparse su compilation e tributi, non ultimo quello per Zappa) rievoca quello tra Mogol e Panella per Battisti, con una consapevolezza però ampiamente cresciuta. Soffre un po' di zoppia, perché oltre all'incanto ha didascalismo in eccesso. Gioca, e bene, la parte dell'assemblato egocentrico, pure attorniato dai suoi disegni (che campeggiano in tutto il booklet), dall'elettronica di Maurizio Marsico e da un vago sottotitolo: "Una storia fluttuante di musica e parole". Dedicato ad Antonio ("Masturbati" era dedicato a Giuseppe).



29/01/2010

Tracklist

  1. Siamo nati vegetali
  2. Entra piano
  3. Invece di volare
  4. La notte (stai sveglio)
  5. Troppa felicità
  6. Raccontami
  7. Finalmente lucciole
  8. Una storia
  9. Terremoto
  10. Sento scricchiolii
  11. Valli’
  12. Non mi abbandonare
  13. Iòl che coccolo
  14. Luna trasparente
  15. Cinque stagioni
  16. Ma ti ricordi
  17. Meduse in amore
  18. Il segnale
  19. La scatola
  20. Vento freddo

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